Accese proteste in Serbia, dove la popolazione è scesa in piazza contro il governo e l’accordo con l’Unione Europea. A Belgrado la folla impazza contro il progetto di estrazione di litio nel Paese: dopo gli accordi ufficiali, migliaia di persone sono scese in strada per dire di no all’affare. Il progetto dei manifestanti ha fatto infuriare l’esecutivo. Il presidente Vucic ha parlato di una “guerra ibrida sostenuta dall’Occidente” e in merito alle proteste, le ha descritte come “disordini di massa e un colpo di Stato“. A suo dire, infatti, si sarebbe trattato di un complotto con un tentativo di rovesciare il suo governo.
L’estrazione del metallo in Serbia ha come obiettivo quello di contribuire allo sviluppo economico del Paese, e di rendere l’Unione Europea meno dipendente dalle materie prime cinesi. I cittadini non hanno però apprezzato l’accordo e sono scesi in campo per protestare in piazza a Belgrado al grido di “non ci sarà nessuna estrazione” e ancora “tradimento, tradimento”. I manifestanti hanno marciato verso le due principali stazioni ferroviarie della capitale serba, minacciando di bloccare il servizio ferroviario fino a quando il presidente non avrebbe ascoltato le loro richieste sull’estrazione di litio.
Estrazione di litio in Serbia, perché il popolo è contrario
L’Unione Europa spera di rendersi sempre più indipendente dalla Cina e per questo ha stipulato un accordo con la Serbia che avrebbe vasti giacimenti di litio vicino alla città di Loznica. Di recente il Paese ha firmato un accordo con l’UE per la sua estrazione: il progetto ha come obiettivo quello di garantire all’industria automobilistica una risorsa per la transizione ai motori elettrici, ma i cittadini serbi non hanno preso bene l’affare stipulato. I serbi, infatti, sono particolarmente preoccupati dal fatto che la miniera di litio possa inquinare le fonti d’acqua e mettere a repentaglio la salute pubblica. Per questo da giorni manifestano a Belgrado e non solo.