IL DISCORSO DEL PRESIDENTE PUTIN INFURIATO DOPO L’INCURSIONE UCRAINA NEL KURSK: “OCCIDENTE È IN GUERRA CONTRO LA RUSSA”
Secondo il Presidente della Russia Vladimir Putin, con l’incursione in atto nella regione del Kursk da parte delle forze ucraine, l’Occidente ha mosso definitivamente guerra contro Mosca: è un discorso carico di ira quello pronunciato questa mattina dal leader del Cremlino all’interno della riunione d’urgenza convocata proprio per i fitti attacchi lanciati dall’Ucraina nella regione russa al confine. Mentre il governatore del Kursk ha accusato Kiev di aver usato armi chimiche nell’avanzata contro obiettivi strategici russi, Putin fa il “punto” della guerra contro l’Ucraina mettendo in fila i primi 900 giorni di conflitto: nel suo discorso cita anche il rimpallo di accuse sull’incendio a Zaporizhzhia e il futuro prossimo con lo scontro a distanza con l’Occidente ormai non più così a distanza.
«L’Ucraina ha attaccato il territorio russo con l’aiuto dell’Occidente», afferma Putin che denuncia gli alleati di Zelensky di aver provato a migliorare la posizione negoziale di Kiev in vista di prossimi, futuri, negoziati: ma il problema è che come potranno svolgersi dialoghi sulla pace con tale scenario, affonda il Cremlino, laddove «l’Occidente muove guerra alla Russia per mano ucraina». Non sono nuovi i toni durissimi contro Usa e alleati europei, ma dopo l’incursione a Kursk (con armi e strumenti militati occidentali, tanto che Francia e Italia hanno lamentato l’utilizzo di tali aiuti in territorio russo) il grado di tensione si è elevato: «Apparentemente, il nemico, con l’aiuto dei suoi padroni occidentali, sta portando avanti la loro volontà», ma la verità per Mosca è che l’Occidente in questo modo «sta combattendo contro di noi», sfruttando la posizione e le mosse degli ucraini.
“NON ESCLUSI ALTRI ATTACCHI DELL’UCRAINA AL CONFINE CON LA RUSSIA. AVRANNO DEGNA RISPOSTA”: COSA HA DETTO PUTIN A MOSCA
È ancora Putin a spiegare al popolo russo come il nemico voglia sempre più «seminare discordia, discordia, intimidire le persone, distruggere l’unità e la coesione della società russa». L’incursione nella regione di Kursk dimostrerebbe secondo la Russia di come il regime del Presidente Zelensky «ha rifiutato le proposte di pace di Mosca e dei mediatori». Il motivo è semplice, ovvero che l’Ucraina così esegue la volontà dei propri “padroni occidentali”.
Al netto dello scontro ideologico e politico, lo stato di tensione fra Russia – che ricordiamo ha invaso per prima l’Ucraina ormai due anni e mezzo fa – e Kiev preoccupa non poco per lo sviluppo di una possibile “tregua armata” anche nel medio periodo: secondo Putin, cercare di “migliorare” la posizione negoziale non può aver alcun senso in quanto «di che tipo di negoziati possiamo parlare con persone che colpiscono indiscriminatamente civili, infrastrutture civili o cercano di creare una minaccia per gli impianti di energia nucleare? E’ possibile parlare con loro?». Il Cremlino dopo il Kursk non esclude nuovi attacchi ucraini contro altre zone di confine e per questo ha dato il via libera a nuova evacuazione dei civili russi da Kursk, Bryansk e Belgorod: la promessa però è di una reazione netta e dura contro il nemico occidentale, «L’Ucraina riceverà una degna risposta per la sua invasione del territorio russo». Un discorso lungo, carico di indicazioni per i servizi di sicurezza russi ma anche pieno di segnali politici e diplomatici sullo stato pessimo dei rapporti tra Russia e Occidente: la minaccia di una guerra ancora più ampia è purtroppo all’ordine del giorno e ogni tentativo di mediazione, al momento, sembra lontano anni luce da un minimo risultato soddisfacente.