PROCURA GERMANA SPICCA MANDATO D’ARRESTO PER SOMMOZZATORE UCRAINO: ACCUSATO DEL SABOTAGGIO DEL GASDOTTO NORD STREAM 2
Se già i sospetti sul coinvolgimento dell’Ucraina dietro al sabotaggio (con esplosione) dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel settembre 2022, ecco che l’ultima notizia in arrivo dalla Germania sembra andare esattamente in quella direzione: il procuratore federale tedesco Jens Rommel ha infatti spiccato il primo mandato di arresto europeo per un cittadino ucraino con l’accusa di aver preso parte al sabotaggio del gasdotto situato nel Mar Baltico, presso l’isola danese di Bornholm.
Secondo le notizie filtrate dal “Die Zeit” assieme alla “Sueddeutsche Zeitung” e “Ard”, l’uomo ricercato sarebbe un sommozzatore ucraino di nome Wolodymyr Zhuravlov, 44 anni, al momento fuggito in Polonia e considerato irripetibile al momento. Dopo la chiusura delle indagini in Germania, la procura avrebbe raccolto prove sufficienti per poterlo incriminare: in realtà il mandato di arresto sarebbe stato spiccato già in giugno, ma tenuto segreto per la volontà di Berlino di contattare Varsavia per poterlo ritrovare. Assieme al ricercato sarebbero almeno altri due, sempre ucraini, i cittadini sospettati di aver avuto un ruolo attivo nel sabotaggio avuto luogo il 26 settembre 2022 presso entrambi i gasdotti Nord Stream: un uomo e una donna, di fatto tutti e tre sommozzatori, accusati di aver piazzato le cariche esplosive che hanno causato 4 gravi perdite nel gasdotto che trasporta energia dalla Russia in Europa (e ora di fatto non attivo per via della guerra in Ucraina).
NORD STREAM 2: NUOVE ACCUSE ALL’UCRAINA PER IL SABOTAGGIO ANTI-RUSSIA
Già lo scorso anno fonti informate del “Washington Post” avevano rivelato che dietro al sabotaggio del Nord Stream 2 v’era un attacco coordinato dell’Ucraina: in particolare, sarebbe stato Roman Chervinsky, un colonnello delle forze per le operazioni speciali di Kiev, ad essere la “mente” dell’attacco contro l’oleodotto. Per il “WP”, l’ordine arrivò direttamente dal generale comandante in capo a Kiev, Valery Zaluzhny, uomo di fiducia del Presidente Zelensky.
La Procura di Germania ora punta i “pesci piccoli” dell’operazione, iniziando dai sommozzatori che avrebbero piazzato le cariche esplosive. Se così fosse confermato, la teoria secondo cui Putin avrebbe deliberatamente causato un forte danno ad una struttura di proprietà della russa Gazprom – per poter ricattare i Paesi Europei nel momento di massima crisi per l’approvvigionamento di gas dopo l’inizio della guerra in Ucraina – crollerebbe inesorabilmente. Resta da collegare i sommozzatori, presunti colpevoli, con l’ordine ricevuto: si è parlato di Kiev, ma anche della CIA americana. Ciò che invece sembra ormai essere definitivamente archiviata è la pista che porterebbe al Cremlino.