Lo scorso 27 luglio 2024 si sono celebrati i 3 anni dalla morte del Professor Giuseppe De Donno, morto suicida a soli 54 anni. Il medico divenne noto in quanto pioniere della poco ‘sponsorizzata’ cura al plasma, con cui già si riscontravano esiti eccezionali in termini di guarigione dei malati da Covid. Eppure nessuno gli credette. Ora, un recente studio italiano, pubblicato sulla rivista della Società europea di malattie infettive, sbugiarda però chi dava contro a questo medico, troppo fragile probabilmente per poter fronteggiare chi dei vaccini ne aveva fatto l’unico strumento per combattere quel virus sconosciuto.
Come apprendiamo da La Verità il plasma iperimmune ha rappresentato il farmaco antivirale per il Covid più utilizzato e studiato in assoluto, con quasi 50 studi clinici randomizzati controllati (il massimo dal punto di vista del rigore scientifico) e milioni di sacche trasfuse in tutto il mondo. E da quanto emerge dal citato studio avrebbe potuto guarire 60 mila malati, evitando fino a 200 mila ricoveri.
PLASMA PER CURARE IL COVID: OSTEGGIATO PER ANNI DALLE PRINCIPIALI ISTITUZIONI SANITARIE
Se andiamo a ripercorrere la storia sul plasma iperimmune per curare il Covid notiamo come, ottenuti i risultati preliminari ad aprile 2021, Aifa rilasciò un comunicato stampa, sia in lingua italiana che inglese, sconfessandone l’efficacia. Questo proclama fu accolto con entusiasmo dalla gran parte del mondo accademico italiano, che forse vedeva nel plasma un nemico contro la campagna vaccinale che già si stava facendo ampiamente strada. Inevitabilmente, da qual momento in poi, solo pochissime sacche di plasma iperimmune sono state trasfuse in Italia.
Quella cura che doveva essere innovativa, facendo regredire dal Covid prima di finire all’ospedale e in particolare le persone immunodepresse, è stata così accantonata, rimanendo allo ‘status’ sperimentale. In Italia è stata applicata solo al 2% dei pazienti, contro il 40% in America. Senza contare che studi autorevoli americani hanno pure dimostrato che nelle aree dove è stato utilizzato il plasma la mortalità da Covid si era ridotta significativamente. Insomma, questa cura che il compianto De Donno aveva provato a far applicare, funziona, ma da troppe istituzioni sanitarie è stata osteggiata. E nello studio italiano targato Massimo Franchini e Daniele Focosi è stato perfino dimostrato che il plasma iperimmune produce effetti positivi pure sui pazienti ricoverati, se viene utilizzato entro 8 giorni dall’inizio della malattia (cioè, dalla comparsa dei sintomi). E ora cosa aspettarsi? Che la Commissione d’Inchiesta sul Covid faccia luce su tutta questa vicenda dai contorni troppo omertosi.