La libertà d’espressione è sempre più al centro del dibattito, soprattutto nel Regno Unito delle ultime settimane. Il punto della situazione viene fatto a La Verità da Toby Young, giornalista e scrittore, oltre che fondatore di The Free Speech Union, organizzazione no-profit che difende il diritto alla libertà di parola dei cittadini e si batte contro qualsiasi forma di censura nei confronti della manifestazione del pensiero.
La polemica si è accesa a fronte soprattutto degli scontri razziali che si sono perpetrati nel Regno Unito. La scintilla che ha scatenato il tutto è stata la brutale uccisione, per cause tuttora inspiegabili, di tre bambine di 6, 7 e 9 anni a Southport, città del Merseyside nell’area metropolitana di Liverpool. L’autore sembrerebbe essere stato un cittadino inglese di famiglia di origini ruandesi. La domanda sorge quindi spontanea: i problemi di ordine pubblico possono giustificare la compressione della libertà d’espressione? Toby Young si rifà alla Corte Suprema degli Stati Uniti, secondo cui il free speech andrebbe proibito solo se è “diretto a incitare o produrre un’imminente azione illegale” ed è “probabile che inciti o produca tale azione”. L’impressione è invece quella che si vogliano punire severamente solo coloro che non si allineano al pensiero dominante o al ‘politically correct‘.
LIBERTÀ D’ESPRESSIONE COMPRESSA O LOTTA ALLA DISINFORMAZIONE?
Toby Young nella lunga intervista ha posto l’accento su una forte esigenza delle élites mondiali di camuffare la lotta alla disinformazione come compressione della libertà d’espressione: “ridurre la libertà di parola, presentandola come un tentativo di “regolamentare” i social media per “proteggere” le persone da “disinformazione”, “misinformazione” e “hate speech” (…) Le uniche persone che l’élite mondiale al potere sta cercando di proteggere sono sé stessi “.
In questa direzione, secondo il noto giornalista britannico, si sta muovendo il Regno Unito anche con la messa in atto del riconoscimento facciale, mirando a limitare anche la libertà di movimento condannando le persone anche per ‘pre-crimini’. Insomma, uno scenario alla ‘minority report’ è quello che Toby Young prospetta. Il passo successivo potrebbe essere quello di allineare la Gran Bretagna all’Ue per quanto riguarda anche la censura su Internet. Il passo successivo sarà ampliare la definizione di “disinformazione” e di “misinformazione” per includere qualsiasi critica alle politiche dell’élite governativa internazionale.