The Fall Guy (2024) lo potete noleggiare sulle maggiori piattaforme, è un film nel film, che rende merito alla figura del cinema nascosta dello stuntman. È il lavoro di Colt Seavers (Ryan Gosling) da sei anni controfigura del divo di action movies Tom Ryder. È bravissimo e sta con la gnocca operatrice di macchina (cinepresa) Jody (Emily Blunt). Rigira una scena voluta dalla star e accade un incidente, quasi muore, si fa male alla schiena, smette di lavorare come controfigura e sparisce per diciotto mesi lasciando la ragazza, reinventandosi come parcheggiatore per un locale.
Lo chiama la produttrice che lo rivuole a tutti i costi per un film a Sidney su richiesta della vecchia fiamma diventata regista. Nicchia, ma poi va più per lei che per il lavoro. Quando è sul set scopre che Jody non l’ha per nulla richiesto, è incazzata e per ripicca gira e rigira scene varie estenuanti. La producer l’ha chiamato perché il divo è scomparso, non si sa dove sia e incita Colt a cercarlo per non far cassare il primo film della neo regista.
Lui si mette all’opera. Scopre che Tom si inpippava di droga, in una discoteca ha a che fare con un grosso pusher, trovato un morto in una vasca da bagno che poi scompare. La produttrice inaspettatamente lo licenza, ma Colt continua a indagare, recupera il telefono della star e iniziano i guai, le scene che di solito simula, inseguimenti, cappottamenti, scontri, voli, combattimenti, diventano realtà. Ma lui chiaramente è avvezzo a tutto questo e ne esce sempre incolume.
Nella casa di Tom scopre un video in cui l’attore strafatto uccide il suo stuntman. Contemporaneamente Colt viene incolpato di omicidio: l’uomo cadavere nella vasca da bagno con ghiaccio è stato ritrovato e le prove (un video trasformato con deepfake con il suo volto) lo incastrano.
Una banda di energumeni cerca di recuperare il telefono di Tom e uccidere Colt. Botte e spari da orbi, ma con l’aiuto di Dan (Winston Duke), coordinatore degli stuntman, e di un cane ammaestrato riesce inizialmente a svignarsela, ma cade poi nelle mani dei cattivi. Il capobanda è la star Tom che rivuole lo smartphone con il video originale. Colt scopre che l’incidente che gli è accaduto mesi prima è stato un tentato omicidio dell’attore per la sua invidia. Colt ingenuamente confessa che il cellulare è andato distrutto e lì sembra che si arrivi l’epilogo. Lo stunt viene cosparso di benzina, ma al momento di appiccare il fuoco, le sue risorse professionali lo salvano. Scappa guidando un motoscafo con le mani legate dietro la schiena nella baia di Sidney con scenografia l’Opera House e i grattacieli illuminati, ma si schianta contro dei serbatoi e tutto esplode.
Prima di morire aveva telefonato a Jody dicendole che il suo amore per lei non si era mai spento. Morto per tutti, ma… lui è uno stuntman!
L’epilogo è spettacolare sotto tutti gli aspetti.
Vi sono perciò grandi scene d’azione in cui al centro vi è la professione di stuntman. E per chi è interessato al dietro le quinte del mestiere è un bel godere. Aggiungetevi l’amore, il sentimento, il thriller e la comicità e… divertitevi.
Come scribacchiavo inizialmente, The Fall Guy è un omaggio e un riconoscimento alla figura dello stuntman e c’è un motivo. Il regista David Leitch, oltre a essere un esperto di arti marziali, è stato per anni lo stunt di molte pellicole di Brad Pitt, poi è anche stato attore e insieme a Chad Stahelsky aveva costituito una società di stuntman. I due hanno ideato insieme e co-diretto il primo film della saga di John Wick, poi Stahelsky ha continuato con i John Wick 2,3,4 (ve li ho decantati su queste pagine) con il socio come produttore. Leitch ha continuato come director con Atomica bionda, Deadpool 2, uno spin-off di Fast & Furious e Bullett Train (tra l’altro con Brad Pitt). Una bella coppia, non c’è che dire.
Il film riprende la serie tv americana Professione Pericolo (112 puntate), trasmessa dalla Rai dal 1983. Colt Seavers era allora interpretato da Lee Majors che nel film ha un cameo proprio nel finale.
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