L’algoritmo di TikTok promuoverebbe la linea di Pechino, nascondendo invece tutti quei contenuti che sono critici nei confronti dell’operato del governo cinese per quanto riguarda le decisioni politiche assunte in merito a questioni come Tibet, Taiwan e uiguri. A sostenerlo è la Rutgers University, ateneo statunitense, che spiega proprio come di fronte alla ricerca degli utenti su TikTok di contenuti relativi a Tibet, Taiwan e così via, il social mostrerebbe solamente i post in linea con l’operato del governo cinese e non quelli contrari o comunque più critici nei confronti della politica di Pechino.
Il funzionamento dell’algoritmo di TikTok in merito a tali argomenti sarebbe ancor più sbilanciato se paragonato ad altri social come Instagram o YouTube, che invece mostrano in egual modo tutti i contenuti relativi ad un argomento. I ricercatori hanno infatti utilizzato account appena creati fingendosi sedicenni e hanno analizzato i risultati di TikTok, YouTube e Instagram: ne sarebbe emerso che il governo cinese cerca di plasmare i giovani su questioni politiche e di diritti umani, soprattutto utilizzando il social da loro preferito.
Tiktok replica: “Conclusione falsa e predeterminata”
Il rapporto dello studio della Rutgers University spiega che “pur non essendo una prova definitiva dell’orchestrazione statale, presentano prove circostanziali forti e convincenti della manipolazione occulta dei contenuti di TikTok”, come sottolineato dal cofondatore del Network Contagion Research Institute Joel Finkelstein. Si è detto d’accordo anche Lobsang Gyatso Sither, membro del parlamento tibetano, che in un’intervista a Radio Free Asia ha definito l’algoritmo di Tiktok come “una minaccia significativa” alla libertà di stampa e di informazione.
Tiktok avrebbe replicato all’indagine condotta dalla Rutgers University affermando che non avrebbe valore scientifico poiché i suoi risultati non sarebbero stati sottoposti a revisione paritaria, e inoltre lo studio sarebbe stato progettato proprio per giungere a tale conclusione che viene definita dai vertici del social cinese come “falsa e predeterminata”.