In alcune circostanze la Legge impone di pagare le tasse sulla vendita di oggetti usati. Con l’avvento degli e-commerce e piattaforme come Ebay, Vintend o Wallapop, chiunque può inserire un annuncio online e vendere qualunque prodotto ammesso nel marketpace.
Nel 2021 è nata la direttiva Dac7 che costringe ai siti di commercio online di comunicare i dati di vendita di ciascun utente fornendo un chiaro completo sulle transazioni completate nei vari portali. Alcuni utenti dunque, potrebbero essere soggetti all’apertura della partita IVA.
Pagare le tasse su vendita di oggetti usati: quando scatta l’obbligo?
Le tasse vanno pagate sulla vendita di oggetti usati qualora l’utente superasse certi limiti economici. Quanto alla piattaforma non esiste alcun limite, dato che la normativa è uguale per tutt: da Vinted a Wallapop, da Ebay ad Amazon, da Airbnb a Etsy.
Il venditore – per Legge – è obbligato a compilare un form dichiarando le sue vendite al Fisco qualora ne completasse 30 o oltre oppure se generasse più di 2.000€ entro l’anno fiscale.
Ogni piattaforma e-commerce è invece obbligata a dichiarare al Fisco entro ogni 31 dicembre dell’anno fiscale in corso, sia il nome del titolare dell’account (con nome e cognome) e l’IBAN che è stato assegnato all’account.
Il controllo dell’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia delle Entrate effettuerà un controllo fiscale sugli utenti che hanno registrato numerose vendite (come specificato qui sopra). Il check avverrà a fronte del superamento della soglia massima e/o del numero di vendite.
Le vendite occasionali non hanno necessità di essere dichiarate (in quanto su di esse non ci vengono pagate le imposte). Mentre se l’Ade dovesse accorgersi che le vendite fossero continuative (superando i 2.000€ annui) allora – salvo apertura tempestiva della P.IVA – potrebbe procedere con un controllo d’ufficio e addebitare delle sanzioni piuttosto pesanti.
Chi supera i limiti stabiliti dalla normativa e non paga le tasse sulla vendita di oggetti usati rischia delle sanzioni per evasione fiscale.