Sulla Zes unica per le imprese nel Mezzogiorno c’è una buona notizia: sono stati aumentati i fondi. Nella scorsa Manovra di Bilancio le risorse ammontavano a 1,7 miliardi di euro mentre nel 2024 c’è stata un’aggiunta di altri 1,6 miliardi di euro.
Oggi il complessivo ammonta a 3,3 miliardi di euro, permettendo alle aziende che investono nel Mezzogiorno di poter godere di oltre il 30% del credito d’imposta sui costi ritenuti “ammissibili”. Un raddoppio interessante dato che prima il benefit era di circa il 17,7%.
Zes Unica Mezzogiorno: crediti raddoppiati
La Zes Unica nelle imprese del Mezzogiorno gode di un raddoppio dei fondi stanziati. Ma grazie all’approvazione del decreto legge Omnibus (113/2024) questo vantaggio fiscale potrebbe crescere in vista di alcune rinunce stabilite dall’esecutivo.
Il provvedimento apporta delle ulteriori modifiche variando di fatto le comunicazioni procedurali così come segue:
- Abolizione della comunicazione integrativa come da paragrafo 5 della normativa dell’Ade dell’11 giugno del 2024 (con invio previsto entro il 17 gennaio 2025).
- Superamento dell’articolo 5, comma 5, del Decreto interministeriale del 17 maggio 2024 i cui soggetti che hanno effettuato degli investimenti per un complessivo inferiore a quanto indicato avrebbero dovuto comunicarlo all’Agenzia delle Entrate dal 3 febbraio al 14 marzo 2025.
La nuova comunicazione prevede che gli operatori economici che hanno inoltrato la comunicazione dal 12 giugno, devono fare una nuova richiesta all’Agenzia delle Entrate a partire dal 18 novembre ed entro il 2 dicembre di quest’anno 2024.
La domanda deve comprovare l’effettiva realizzazione degli investimenti come da previsione iniziale (secondo quanto previsto nella comunicazione inviata inizialmente).
È altresì importante che il richiedente indichi l’ammontare complessivo del credito d’imposta accumulato in riferimento agli investimenti prodotti (con tanto di attestazione tramite fatture elettroniche).
Le modifiche procedurali che sono state apportate dal Decreto Legge 113/2024 sono servite per evitare che le prenotazioni del bonus vadano perse, decurtando di conseguenza il benefit potenziale.
In altre parole il Governo ha puntato a tali modifiche per migliorare il check sugli investimenti effettivi così da evitare le cosiddette “false richieste d’incentivo”.