Dopo la vittoria (da alcuni definita storia) dei Laburisti nel Regno Unito alle elezioni che sono tenute poco meno di due mesi fa, i sondaggi UK mostrano già un terreno elettorale piuttosto complicato per il neo Primo ministro Keir Starmer: dopo soli due mesi di governo – senza peraltro grandi annunci sul futuro politico della nazione o sulle riforme che metterà in campo – la sua popolarità è calata a picco raggiungendo livelli che prima d’ora non erano mai stati visti per nessun’altra guida britannica in così poco tempo.
A riportare gli ultimissimi sondaggi UK sul favore della popolazione britannica è il quotidiano Financial Times che cita rilevazioni fatte nelle ultime settimane da YouGov e – in un secondo momento – da Ipsos: nel primo caso la situazione che emerge è (a dir poco) impietosa per il Primo ministro con il 51% di cittadini che disapprova la sua guida rispetto ad un misero 23% che ha un’opinione negativa; dati che da un lato mostrano un aumento di circa 20 punti e dall’altro un calo di 6 rispetto a quelli raccolti solo lo scorso mese.
Sondaggi UK: tre cittadini su quattro temono che i Laburisti aumentino le tasse su tutta la popolazione
Più approfondite – invece – le opinioni raccolte da Ipsos sul governo dei Laburisti che ha lasciato da parte l’indice di gradimento verso Starmer per indagare i timori del popolo britannico: il collegamento fatto dall’istituto statistico è al recentissimo discorso in cui il Primo ministro annunciava una manovra “dolorosa” per il prossimo anno, lasciando intendere che potrebbero arrivare degli aumenti – non meglio precisati – alle tasse che pendono sui cittadini.
Non a caso, i sondaggi UK di Ipsos certificano che su poco più di mille cittadini il 75% teme – tra chi “abbastanza” e chi “molto probabilmente” – che la cancelliera Rachel Reeves aumenterà la tasse pagate “personalmente” (e non solo da “coloro che hanno le spalle più larghe”, come ha promesso Starmer nei giorni scorsi); percentuale che a maggio era solamente pari al 56% degli intervistati.
Interessante notare come i cittadini intervistati sarebbero più propensi ad accettare di buon grado imposte contro chi ha redditi superiori a 125mila sterline; e mentre al secondo posto si piazzano gli aumenti alle accise su tabacco e alcolici, chiudono la classifica le imposte societarie. Dall’altra parte della barricata, pochi (esattamente il 20%) accetterebbero di buon grado aumenti nelle tasse sulle plusvalenze, così come solo il 10% vorrebbe veder aumentare le imposte di successione.