Si infittisce sempre di più quello ormai rinominato giallo di Parabiago nato attorno alla morte del 52enne Fabio Ravasio: l’uomo venne investito nel piccolo comune milanese lo scorso 9 agosto mentre era di ritorno da un normalissimo giro in mountain bike e dopo le prime indagini che avevano acceso i riflettori sull’ipotesi di un pirata della strada che dopo l’investimento avrebbe abbandonato il luogo del delitto; il cappio si è stretto piano piano attorno al collo di Adilma Pereira Carneiro.
Quest’ultima – secondo quando ricostruito fino ad ora – avrebbe organizzato nel dettaglio la morte di Fabio Ravasio assoldando una vera e propria banda di complici: proprio questi avrebbero ceduto alle pressioni degli inquirenti aiutandoli a ricostruire le dinamiche che quello che – si è scoperto dopo – era un vero e proprio omicidio premeditato. Attualmente sono in stato in fermo la donna, il figlio 25enne Igor, suo marito Marcello (questi in qualità di esecutori materiali dell’omicidio) e altri tre complici che avrebbero agito da pali e telefonisti.
Nelle ultime ore – però – il giallo della morte di Fabio Ravasio ha acquisito un settimo indagato: si tratterebbe del meccanico Favio Oliva, accusato di aver aggiustato la Opel Corsa usata per l’omicidio, di averle fornito una targa falsa che la scollegasse dalla donna (tecnicamente intestataria del veicolo) e arrivando addirittura a suggerire al gruppo di “utilizzare – scrivono gli inquirenti citati da diversi quotidiani – proprio quella vettura” al posto di altre che erano a loro disposizione.
Il giallo della morte di Fabio Ravasio: gli altri due decessi sospetti, il movente economico e i riti di magia nera
Insomma, un vero e proprio clan omicida che avrebbe agito su impulso di Adilma Pereira Carneiro al solo scopo di esaudire il suo desiderio di uccidere Fabio Ravasio; il tutto (ipotizzano sempre gli inquirenti, ma senza ufficiali conferme) al solo scopo di incassare l’eredità della povera vittima in una vera e propria spirale di “cupidigia”. Ma i misteri sulla morte del 52enne non si fermano qui perché il presunto telefonista Massimo Ferretti – amante della ‘vedova nera’ – avrebbe fornito un interessante dettaglio agli inquirenti.
Secondo il suo racconto dietro alla sua partecipazione al folle piano per uccidere Fabio Ravasio ci sarebbero dei sedicenti “riti di magia nera” operati dalla donna per soggiogare gli uomini che la circondano: tesi (semi) confermata dal macabro ritrovamento nel congelatore di Carneiro di alcune parti di animali – soprattutto cuori e cervelli, riferisce il Corriere – probabilmente usati per compiere i suoi riti sciamanici; mentre come se tutto questo non bastasse nel passato della donna sembrano esserci anche altre due morti sospette tra i suoi ex mariti: la prima è quella di un 49enne brasiliano assassinato e la seconda quella di un 48enne milanese ufficialmente deceduto dopo un infarto.