Svolta nelle indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni, uccisa a coltellate la notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi in via Castegnate a Terno d’Isola (Bergamo). Poche ore fa, un giovane di 30 anni sarebbe stato fermato nell’ambito dell’inchiesta sul delitto e su di lui penderebbero “gravi indizi di colpevolezza“. Lo riporta Adnkronos, secondo cui si tratterebbe dello stesso uomo ripreso in bici dalle telecamere della zona mentre si allontanava contromano dalla scena del crimine. Il misterioso soggetto ora ha un’identità precisa e secondo gli inquirenti sarebbe l’assassino.
Trapelano intanto i primi elementi sulla sua storia: sarebbe un cittadino italiano di origine marocchina classe 1994, disoccupato, e i carabinieri lo avrebbero identificato proprio grazie all’esame delle sequenze acquisite dal sistema di sorveglianza del Comune. Tra le colonne portanti della misura disposta dal pm, la ritenuta sussistenza dei pericoli di reiterazione del reato, di fuga e di inquinamento delle prove.
Omicidio Sharon Verzeni, chi è il 30enne fermato per “gravi indizi di colpevolezza”
Secondo gli investigatori, a carico del 30enne fermato poche ore fa dai carabinieri, il cui nome sarebbe Moussa Sangare, sussisterebbero pesanti elementi. “Gravi indizi di colpevolezza“, riportano gli inquirenti, che avrebbero portato ad una accelerazione delle indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni all’esito delle analisi sulle immagini delle telecamere di videosorveglianza che erano al vaglio da settimane. Il pm, ricostruisce Ansa, avrebbe deciso di disporre il fermo per il rischio di reiterazione del reato e di occultamento delle prove, ma non solo: il presunto autore del delitto potrebbe fuggire. Per questo, si sarebbe resa necessaria una misura cautelare.
Stando a quanto si apprende, sarebbe stato rintracciato dai militari in un’abitazione nel Bergamasco e non risiederebbe a Terno d’Isola. Non sarebbe emerso, finora, alcun movente. Secondo gli investigatori, l’indagato avrebbe ucciso Sharon Verzeni senza un apparente motivo, agendo con ferocia e velocità senza che vi fosse un tentativo di violenza sessuale né un legame con la donna. Al momento, infatti, la pista dominante è che fosse uno sconosciuto per la vittima. Nessun collegamento, almeno alla luce delle evidenze fin qui cristallizzate, con Scientology e neppure con la sfera economica.
Omicidio Sharon Verzeni, il 30enne fermato avrebbe reso una confessione
Il 30enne, che avrebbe dei precedenti per aggressione, avrebbe reso una prima confessione davanti agli inquirenti dichiarando di aver ucciso perché determinato, quella sera, a “eliminare qualcuno“. Un delitto senza un chiaro movente, quindi, a irrobustire l’ipotesi che Sharon Verzeni sia stata uccisa da una persona con la quale non avrebbe mai avuto contatti pregressi.
Si cerca ancora l’arma del delitto, verosimilmente un grosso coltello da cucina che il killer potrebbe aver gettato nei dintorni della scena del crimine. Sul punto è polemica per le tempistiche delle ricerche, scattate un mese dopo l’uccisione della 33enne, con una nota critica anche dal compagno della vittima, Sergio Ruocco: “Un po’ tardi per trovarla“.