Un anno fa, a Napoli, venne ucciso Giambattista Cutolo. Il papà Franco, 366 giorni dopo la tragica scomparsa del figlio, picchiato a morte il 31 agosto 2023 da un 17enne in piazza Municipio a Napoli, lo ricorda chiedendo leggi più severe per chi toglie la vita ad altri, perlopiù senza ragione alcuna. L’assassino di Giogiò è stato condannato a vent’anni di carcere ma ci sono ancora due indagini in corso per due persone coinvolte nella rissa: “Al di là del processo e della condanna, a noi interessa che il procuratore Nicola Gratteri vada fino in fondo. Il resto lo lasciamo fare ai giudici” spiega il papà.
L’attenzione dei mass media nei confronti della storia di suo figlio, secondo Franco può essere solo positiva, perché potrebbe servire a cambiare le cose: “Se non vi fosse stata l’attenzione, non sarebbero avvenute due cose. Il decreto Caivano ha previsto un importante provvedimento. E poi la condanna di vent’anni a chi ha ucciso nostro figlio: il massimo della pena a un minore, una cosa che finora non si era mai verificata”. La morte di Giogiò ha colpito perché il giovane era innocente: “Considero come il suo sacrificio come un segnale forte, una scossa alla società” spiega a Il Mattino.
Il papà di Giogiò: “Togliete i figli a chi delinque”
Nonostante il dolore, Franco Cutolo è riuscito a darsi delle risposte, seppur dolorose. Come spiega a Il Mattino, “questa storia era disegnata. Per le modalità di come è stato ucciso, per la lettura ascetica che si può dare a quella morte e che parte una visione religiosa”. Il papà parla di Giogiò come un ragazzo di “un’umiltà straordinaria”. Il figlio non aveva i social, non amava troppo l’esibizionismo: era timido e altruista, e forse proprio per questo la sua morte ha sconvolto tanta gente.
Secondo Franco, la soluzione potrebbe essere quella di togliere i figli ai camorristi e ai pregiudicati, in modo che non seguano il loro esempio. “Ma si deve intervenire nella prima infanzia, quando i bambini sono all’asilo, dopo sarà troppo tardi. La vera colpa è dei genitori” spiega.