PRESIDENTE DELLA CEI SUGLI SCENARI DI TERRORE NEL MONDO: “SEMBRA VINCERE LA CU,TURA CONTRO LA VITA, SERVE COSTRUIRE ASSIEME CONTRO”
Dalla politica alla paura, dalla cultura della morte alla “scommessa” della Chiesa che sulla certezza della vittoria di Cristo fonda il suo messaggio universale: così il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della CEI, interviene in una lunga intervista al quotidiano “Avvenire” oggi 1 settembre 2024. Alla ripresa dell’anno politico e in vista del ritorno in autunno dei temi economici e sociali, l’estate è stata purtroppo dominata da guerre, violenze e terrorismo internazionale. Per il capo dei vescovi italiani, responsabile anche della missione di pace speciale affidatagli da Papa Francesco per la guerra in Ucraina, il quadro sembra davvero sempre più cupo: «il mondo mette paura», spiega il Card. Zuppi, «come abbiamo rimosso la morte, addomestichiamo le difficoltà invece di affrontarle. Siamo dentro la pandemia della guerra, che proietta ombre pericolose su tutti».
Sembra quasi, ammette il cardinale, che la cultura della morte e la paura stiano vincendo sulla vita, tanto che non si ritiene possibile che ciò che si costruisce oggi possa avere un ritorno effettivo nel futuro: in questa generale cupezza, si affaccia tra qualche mese il Giubileo 2025 della Chiesa, «Una speranza fondata ha sempre bisogno di segni che possano confortarla e la fede ci aiuta a vedere questi segni e a orientarci verso il futuro senza paura, in modo positivo». Serve costruire oggi quello che manca nel mondo, serve testimoniare che la vita non solo “batte” la morte ma che già ci precede: «non bisogna rassegnarsi alla paura in quanto dobbiamo costruire assieme» un futuro di pace e di vita. Per farlo la Chiesa di Cristo ci ricorda che nessuno può realmente “salvarsi da solo” e così, come ricorda Papa Francesco, il “sogno” è che si possa trovare sempre un legame trasversale tra società e politica per un vivere comune ampio e condivisibile.
CARD. ZUPPI SU AUTONOMIA, IUS SCHOLE E MIGRANTI: “RAPPORTI COL GOVERNO? BUONI E OTTIMI, LA CHIESA È LIBERA”
Nell’intervista ad “Avvenire” il cardinale Zuppi risponde punto su punto ai tanti dossier politici in cui la Chiesa italiana negli ultimi mesi ha trovato spesso una voce di critica all’operato e alle riforme del Governo Meloni. Dai migranti all’Autonomia differenziata passando per lo Ius soli e la lotta alla povertà: come ribadito nell’Assemblea CEI prima dell’estate, Zuppi con i vescovi italiani non trova le riforme del Premierato e dell’Autonomia realmente utili per la cittadinanza, tanto da criticarle in più passaggi.
Non uno scontro ma una opinione diversa è quella che ad esempio permane sull’Autonomia, con il presidente della CEI che ritiene vi possa venire meno il vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni: come spiega la nota della Chiesa italiana a maggio 2024, occorre migliorare la riforma rendendola più ispirata ai principi di «solidarietà e sussidiarietà a livello nazionale», anche se il Governo ha già fatto sapere nelle interlocuzioni con la Chiesa cattolica che i timori giustamente riportati da alcuni vescovi non trovano fondamento nell’effettiva “messa a terra” della riforma che si auspica di migliorare l’unità nazionale, non il suo contrario.
Sul fronte migranti dopo il duro affondo di Papa Francesco sul “peccato grave” del respingimento, Zuppi insiste sul salvataggio delle vite in mare come urgenza primaria: il richiamo però non è tanto al Governo italiano ma alla gestione dell’Europa del fenomeno migratorio, «si decida a un approccio comune e a non lasciare solo il nostro Paese». Restano centrali i 4 verbi ribaditi dal Vaticano anche di recente sul tema migranti: serve infatti proteggere, accogliere, integrare e promuovere. Infine sulla questione della cittadinanza, dopo le polemiche in maggioranza tra Forza Italia e Lega sulla possibilità di introdurre lo Ius scholae dopo il ciclo di studi, Zuppi si limita a sostenere la posizione forzista sottolineando come possa essere un importante strumento di inclusione l’adozione dello Ius scholae. Serve parlare di idee e non di ideologie, conclude il cardinale, «È la stessa cosa potere essere uguale ai miei compagni o sentirmi addosso di essere italiano a metà? Più facilmente sceglierò i doveri se ho chiari i diritti». In merito all’effettivo rapporto con il governo Meloni in realtà, il presidente della CEI chiude la “polemica” spiegando eh vi sono buoni rapporti, addirittura ottimi su alcune tematiche: «Se la Chiesa esprime un’opinione non è per entrare nel dibattito politico, o per dare indicazioni socio-politiche specifiche, che competono alle forze politiche e sociali, ma solo per promuovere la persona e senza interessi di parte». È per questo motivo, chiarisce Zuppi, che giustamente in Italia e altri Paesi democratici del mondo, sussiste la libertà di pensiero e di religione: in questo senso, «è proprio la libertà della Chiesa».