RIEMERGE IL CASO DOSSIERAGGI: PROCURA DI PERUGIA HA CHIESTO DUE ARRESTI ENTRAMBI PERÒ NEGATI DAL GIP
È passato agosto, è ritornata la politica con la Manovra economica e le guerre internazionali a tenere sempre banco: eppure il caso-scandalo dei dossieraggi, che pure sembrava essere destinato al dimenticatoio, è (per fortuna) riemerso con due ultime clamorose novità. In primo luogo, nel silenzio dei media negli scorsi mesi, la Procura di Perugia ha chiesto l’arresto per i due protagonisti principali dell’inchiesta “svelata” dalla denuncia del Ministro della Difesa Guido Crosetto: ma sia per tenente della Gdf Pasquale Striano che per l’ex pm Antonio Laudati, la risposta del gip è stata “picche”. In secondo luogo, dopo l’esplosione del caso mediatico sui presunti dossieraggi di politici (quasi tutti del Governo), personaggi e giornalisti, vi sarebbero stati altri accessi abusivi al sistema delle segnalazioni di operazioni sospette (le cosiddette “sos”).
Andando per ordine, va ricordato come l’anticipazione data due giorni fa da “La Verità” è stata poi pienamente confermata dall’ANSA: il procuratore di Perugia (che indaga sulla v vicenda dossieraggi) Raffaele Cantone ha chiesto gli arresti domiciliari sia di Striano che di Laudati per depistaggio, inquinamento probatorio e nascondimento della verità sulle origini di quei dossier. L’ex magistrato della Direzione Nazionale Antimafia avrebbe “usato” il suo principale investigatore, ovvero li luogotenente della Guardia di finanza Striano, per ripetuti controlli atti a produrre dossier “segreti” contro figure di spicco del Governo e della politica nazionale. Sia Striano che Laudati si professano innocenti e sembrava che in un primo momento l’inchiesta non riuscisse a decollare: Cantone invece ha provato l’affondo dopo aver scoperto del tentativo, presunto, di nascondere le tracce dei dossieraggi. A quel punto è scattata la richiesta di arresti domiciliari, subito fermata però dal gip che h negato l’autorizzazione: come riporta “Il Giornale”, dopo il no secco del giudice per le indagini preliminari, la Procura si è appellata al Tribunale del Riesame con l’udienza sul ricorso fissata il prossimo 23 settembre 2024.
LE NOVITÀ DELL’INCHIESTA CANTONE SUI DOSSIERAGGI: “NUOVI ACCESSI ABUSIVI DOPO LO SCANDALO”
A sostegno del ricorso di Cantone vi sarebbe la conferma avuta dal gip, che pure ha rigettato la richiesta degli arresti, della presenza di «gravi indizi di colpevolezza»: le indagini non sono affatto concluse e per il momento non vi sono gli estremi per una misura cautelare preventiva ma non significa che vi sia uno scarno quadro indiziario contro Striano e Laudati. Se da un lato non è affatto chiaro il presunto movente che avrebbe portato i due indagati a commissionare tali ingenti quantità di dossier da passare poi a cronisti giudiziari (quasi tutti al quotidiano “Domani” di Carlo De Benedetti, ndr), risulta evidente Dale inchieste svolte fin qui che gli accessi abusivi siano presenti e contro esponenti del Centrodestra.
Come scrive oggi “Il Tempo” a margine della vicenda dossieraggi, l’indagine della Procura di Perugia avrebbe scoperto che anche di recente tali accessi abusivi sarebbero stato commessi presso la banca dati della Procura Nazionale Antimafia: il rapporto di collaborazione tra la DNA e i pm di Perugia è stato copioso per provare a ricostruire l’esatta catena di “comando” nella gestione dei passati “dossier”. È però in una nota pubblicata dalla stessa Procura che emerge come già lo scorso mese di maggio vennero chiesti gli arresti di Striano e Laudati, sia per i presunti dossieraggi già compiuti e sia per «gravi fatti di inquinamento probatorio in grado di danneggiare la genuinità del cospicuo compendio probatorio già acquisito». La tesi di Cantone è che vi possano essere rischi di reitero del reato da parte del luogotenente Striano e che al più presto occorrerà porre uno “stop” alla vicenda degli accessi sulle “sos” per poi capire di che natura fossero gli eventuali “ordini” dall’alto.