PAPA FRANCESCO IN VOLO VERSO ROMA: CONCLUSO IL LUNGO VIAGGIO APOSTOLICO IN ASIA E OCEANIA, GLI “HIGHLIGHTS”
Alle ore 18.25 circa è previsto l’atterraggio a Roma Fiumicino dell’aereo di Papa Francesco dopo le due settimane di Viaggio Apostolico in Asia e Oceania: il pellegrinaggio del Santo Padre alle periferie del mondo così diverse tra loro si è concluso stamattina con gli ultimi incontri a Singapore con i giovani e gli anziani-malati, con un ultimo appello che rimane costante in tutte e 4 le tappe attraversate da Francesco. «Pregate per la Chiesa e l’umanità»: alle soglie dell’ultima parte del Sinodo e in vista del Giubileo 2025, la Chiesa si stringe attorno all’umanità nel momento buio di una “terza guerra mondiale a pezzi” che non sembra calare di emergenza.
Dalla storica visita nel Paese musulmano più popoloso al mondo, l’Indonesia, tratteniamo l’importante firma del documento nella Grande Moschea di Jakarta dove è stato rinnovato l’impegno di cristiani e islamici nel dialogo interreligioso e nella promozione di una fraternità dei popoli vera e possibilmente duratura. L’ammonimento di Papa Francesco davanti alle autorità indonesiane per rispettare le libertà religiose non accettando mai più violenze “in nome di Dio” è un altro dei passaggi chiave di questo 45esimo Viaggio Apostolico dall’inizio del Magistero.
Dall’Indonesia alla Papua Nuova Guinea, Papa Francesco ha proseguito il suo pellegrinaggio di fraternità riscoprendo le bellezze del creato nella meravigliosa isola oceanica: l’invito alla preghiera e l’appello per evitare il “male che imprigiona” è un altro degli “highlights” da trattenere in questo lungo viaggio internazionale. Nella penultima tappa il Papa ha fatto visita a Timor Est, il Paese più cattolico al mondo con il 98% di battezzati: qui, nel solco della memoria di San Giovanni Paolo II che nel 1989 accese i riflettori sulla piccola isola di Timor impegnata all’epoca nella battaglia di indipendenza dall’Indonesia musulmana, la grande festa con quasi metà della popolazione globale di Timor Est che ha partecipato alla Santa Messa sulla stessa spianata del viaggio di Wojtyla. La preghiera contro gli abusi pedofili e l’abbraccio ad un popolo che ha saputo vivere il perdono e la riconciliazione per chi li aveva perseguitati per decenni sono altri due momenti fondamentali: infine Singapore, la “porta di servizio” verso la Cina con un dialogo irrobustito fondato su fraternità, bene comune e cura della famiglia, con anche l’invito ad un popolo mediamente prosperoso di non abbandonare mai i fratelli in difficoltà.
L’ULTIMO INCONTRO DI PAPA FRANCESCO A SINGAPORE COI GIOVANI: “NON SIATE CRITICI DA SALOTTO”
In attesa della consueta conferenza stampa che a bordo dell’aereo di ritorno Papa Francesco terrà con i giornalisti che hanno seguito questi 11 giorni di trasferta in Asia e Oceania, sottolineiamo le parole usate dal Santo Padre nei suoi ultimi due incontri a Singapore stamane dopo la grande Santa Messa di ieri. Dopo ben 12 discori, 4 omelie e 7 trasferimenti in volo nei 4 Paesi visitati dal 2 al 13 settembre, Papa Francesco ha fatto visita ai giovani di diverse fedi riuniti al Catholic Junior College di Singapore. Accoglienza calorosissima, con tantissimi ragazzi colpiti dalla presenza del Pontefice che ha parlato loro a braccio.
Ha invitato i giovani a rischiare sempre nella loro vita, ad uscire al più presto dalle “zone confortevoli” in quanto il rischio è che possa “ingrassare la mente”: «dove uscite dalla comfort zone», ha detto Papa Francesco davanti a centinaia di ragazzi di tutte le fedi a Singapore, «un giovane che sceglie di vivere sempre la sua vita in un modo confortevole è un giovane che ingrassa». Un ingrassamento non fisico ma mentale, dove la paura rischia di paralizzare in maniera fortissima lo slancio naturale della gioventù: «Un giovane che non rischia che ha paura di sbagliare è un vecchio». Rivolgendosi poi ai media l’invito del Papa è più che altro un forte ammonimento a non rendere schiavi i giovani “chiudendo” la mente invece che aprirla alla sana curiosità. Da ultimo, il Santo Padre ha ricordato nel nome del dialogo interreligioso che tutte le lingue, le fedi e gli idiomi portano a Dio, «e come Lui è uno per tutti, noi siamo tutti figlio di Dio».
Dopo aver salutato i giovani di Singapore, non prima di raccomandare loro di non rimanere vittime delle dittature e dei regimi che «vogliono eliminare il dialogo», Papa Francesco si è recato alla Saint Theresa’s Home dove anziani e malati da oltre 90 anni vengono ospitate nella grande struttura assistenziale appena fuori Singapore: ha chiesto loro di pregare per un’umanità sempre più a rischio con i venti di guerra internazionali, con il Signore – conclude – che «è felice della vostra preghiera, Dio perdona tutto sempre e io manifesto nel nome del Signore il perdono a tutti voi».