MATTEO SALVINI SUL PROCESSO OPEN ARMS
Matteo Salvini rischia 15 anni di carcere per il caso Open Arms a causa di una vendetta della sinistra: il vicepremier ne è convinto e ne parla a Libero nel giorno della requisitoria del pm a Palermo. Infatti, attribuisce alla sinistra la «responsabilità politica» di questa vicenda, accusandola di aver «deciso di vendicarsi del sottoscritto mandandomi a processo». Per il leader della Lega si tratta di «una mossa disperata, di chi non sa vincere nelle urne e allora prova a eliminare i rivali per via giudiziari». Il pensiero dell’ex ministro dell’Interno, ora alla guida del dicastero che si occupa di Trasporti e Infrastrutture, va a Silvio Berlusconi, ma cita anche Donald Trump.
In ogni caso, l’auspicio del numero uno del Carroccio è che alla fine prevalga il buonsenso, visto che difendere i confini non è reato. Inoltre, ritiene ancor più assurda questa vicenda, se si tiene conto che il governo deve affrontare sfide delicate e col suo lavoro ha prodotto dati positivi a livello economico. A prescindere da come andrà a finire il processo Open Arms, Salvini ritiene di aver mantenuto la parola data agli elettori, che votandolo gli avevano chiesto di fermare gli sbarchi di migranti e ridurre le tragedie nel Mar Mediterraneo.
La Lega dal canto suo si è attivata per difenderlo, infatti sono previste mobilitazioni e raccolte firme in giro per l’Italia contro quello che alla fine è un processo al nostro Paese e a chi coerentemente ha fatto ciò che aveva promesso in campagna elettorale. A proposito di immigrazione, ritiene che l’Europa abbia fallito nell’affrontare il problema e lo confermano anche le modifiche di alcuni Paesi europei, come la Germania, alle politiche sui rimpatri.
DA STELLANTIS A MIGRANTI E MANOVRA
Nell’intervista a Libero il vicepremier affronta anche altri temi, ad esempio risponde a Stellantis che, sollecitata su come sono stati spesi gli aiuti del governo, ha invitato il ministro a visitare i suoi stabilimenti. Salvini dal canto suo ha fatto sapere di voler incontrare prima gli operai in cassa integrazione e i sindacati, pur essendo sempre aperto al confronto. Per quanto riguarda l’Autonomia, che procede in maniera spedita, si dice convinto che migliorerà l’Italia e che i cittadini scopriranno concretamente i vantaggi che smonteranno la «propaganda di Pd e M5s». Quindi, non teme il referendum, ma è «preoccupato dalla campagna faziosa e autolesionista di alcune regioni di sinistra che fanno disinformazione».
La questione è stata affrontata anche con Umberto Bossi, che tornerà a trovare con Calderoli e Giorgetti. Per quanto riguarda le frizioni con Forza Italia, si dice convinto che abbiano capito che lo ius scholae non sia un tema prioritario, anzi la Lega lavorerà per far sì che venga tolta la cittadinanza agli immigrati che commettono reati. Dunque, per Salvini non c’è spiraglio per la sinistra con i suoi tentativi di dividere la maggioranza. Nel frattempo, si lavora alla legge di Bilancio: gli obiettivi “minimi” della Lega sono tutelare le pensioni, garantire un aumento fino a 100 euro netti al mese a chi percepisce fino a 35mila euro all’anno e dare più risorse alla sanità.
“RILANCIO BATTAGLIA DELL’EUROPA PER LE SUE RADICI”
In vista di Pontida, Salvini ha ribadito che non cedere all’islamizzazione è un tema storico della Lega, motivo per il quale verranno chiamati all’appello gli alleati di tutto il mondo «per ricordare la battaglia dell’Europa a difesa delle proprie radici ebraico cristiane». Il segretario del Carroccio anticipa che ci saranno «alcune sorprese», ma non rivela nulla. Per quanto riguarda il caso Toti, non entra nel merito della scelta di pareggiare, ma ribadisce che la vicenda «ha chiari connotati politici», visto che ha condizionato politica e democrazia.
Non poteva mancare una domanda sull’incontro tra Marina Berlusconi e Mario Draghi dopo che questi ha affidato la sua relazione alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen sull’economia europea e come salvarla, ma Salvini si è limitato a boccare la linea dei «più vincoli e più tasse europee» e che auspica che Mediaset resti l’azienda che è stata con Silvio Berlusconi, quindi baluardo di libertà. «Non voglio credere a certi retroscena».
Infine, oltre a confermare il suo sostegno a Donald Trump e la linea sulla guerra in Ucraina, dicendosi contrario agli attacchi in territorio russo, Salvini si sofferma sul caso Viareggio, dove una signora ha investito e ucciso un uomo che l’aveva derubata: precisa che verrà giudicata dalla giustizia, ma trova innegabile il fatto che se la vittima non l’avesse derubata, «non avrebbe corso nessun rischio».