Luigi Bonaventura, classe 1971, è un ex ‘ndranghetista oggi collaboratore di giustizia impegnato in molte iniziative antimafia insieme al figlio Nemo. Nipote del boss di ‘ndrangheta Luigi Vrenna detto “U’ Zirru”, nel 2024 è intervenuto nella trasmissione Cose Nostre, condotta su Rai 1 in seconda serata da Emilia Brandi, per raccontare la sua storia e quella della sua famiglia nel corso della puntata in onda lunedì 16 settembre.
L’ascesa criminale dei Vrenna Bonaventura di Crotone, dal contrabbando di sigarette al traffico di stupefacenti, è stata ripercorsa davanti alle telecamere del programma attraverso il racconto di Bonaventura che oggi, a causa delle minacce che riceve per via del suo impegno contro le mafie, vive in una località segreta e si mostra a volto coperto per questioni di sicurezza.
Dagli affari di ‘ndrangheta alla svolta come collaboratore di giustizia
Quella in cui è nato Bonaventura è una delle famiglie di ‘ndrangheta più antiche e la sua storia è al centro della puntata di Cose Nostre del 16 settembre. Con le sue rivelazioni, Luigi ha fatto arrestare diversi uomini di mafia e insieme al figlio, Nemo, continua il percorso contro la criminalità organizzata iniziato nel 2006 con l’avvio della sua collaborazione con la giustizia dopo un passato come ‘ndranghetista.
La prima volta che ha imbracciato un’arma da fuoco e ha sparato, Bonaventura era un bambino: aveva solo 10 anni e davanti a sé, in seno alla cultura mafiosa, aveva davanti un futuro da boss che poi avrebbe rinnegato per passare dall’altra parte, quella dell’antimafia. Una scelta che lo ha portato inevitabilmente a condurre un’esistenza sotto copertura per evitare di essere un facile bersaglio dei criminali che lo ritengono un traditore.
Luigi Bonaventura e il figlio Nemo contro le mafie: “Noi anche sui social per parlare ai giovani”
Da anni, nella sua veste di collaboratore di giustizia, Bonaventura porta avanti la sua lotta alla ‘ndrangheta insieme al figlio Nemo, con cui è animatore del canale “Striscia l’Antimafia”, e lo fa anche attraverso i social. La loro battaglia si è fatta strada anche su TikTok, una delle piattaforme online che sono tra le nuove frontiere delle organizzazioni criminali.
“Io sono un ex ‘ndranghetista – ha raccontato Luigi alla Tgr Calabria – e sto un passo avanti, sappiamo che le nuove frontiere delle mafie sono i social, così ci ha detto Nicola Gratteri. Noi stimiamo tantissimo il procuratore e quindi cerchiamo di seguire le sue linee guida. Noi subiamo minacce di continuo e non possiamo stare a volto scoperto, stiamo parlando della ‘ndrangheta che è l’organizzazione più potente al mondo. Con le nostre iniziative di antimafia innovativa, stiamo subendo attacchi giornalieri“.