Tra le tante questioni che si pongono all’inizio di un percorso liceale di matematica, è particolarmente interessante tenere una direzione precisa di carattere metodologico, ancor prima che di contenuto: occorre far percepire ai ragazzi nella matematica del liceo, tanto quanto nelle altre discipline, un cambio di prospettiva, un diverso modo di «vedere» attraverso quella materia. Senza questa preoccupazione, sarà difficile il rapporto con una disciplina spesso poco apprezzata, se non apertamente rifiutata, e considerata non come risorsa ma come ostacolo.
Iniziando la Secondaria Superiore, per quanto riguarda i contenuti disciplinari, è necessaria una significativa ricognizione della situazione cognitiva dei ragazzi, per condurre la necessaria ripresa delle nozioni e procedure di aritmetica già acquisite negli anni precedenti, senza dare per scontato nulla del percorso precedente. Infatti, negli otto anni di scuola già frequentati – primaria e secondaria di primo grado – i ragazzi hanno accumulato un notevole bagaglio di concetti, procedure e nozioni, e la semplice ripresa (il famoso ripasso!) dei metodi e dei principali argomenti è riduttiva, sia rispetto alla mole delle conoscenze e competenze acquisite, sia soprattutto per poter mettere fondamenta profonde per le costruzioni future: è necessario un approfondito lavoro di sintesi per poter affrontare i passi successivi.
Anzitutto aumentare la consapevolezza matematica superando i preconcetti
Il progetto Matematica in gioco, che ho proposto alle classi prime del Liceo Classico dell’Istituto Sacro Cuore di Milano, negli anni scolastici 2022-2023 e 2023- 2024, si inserisce in questo momento didattico di passaggio. Nelle prime lezioni dell’anno, evitando di partire con espressioni e calcoli algebrici a raffica, si è sviluppato con i ragazzi un lavoro di riflessione sulle azioni che si praticano in matematica, partendo dalla lettura di alcuni racconti di Italo Calvino, tratti dal testo Palomar (in particolare Il prato infinito e Il museo di formaggi). Sono piacevoli narrazioni nelle quali si riesce a far rintracciare cosa significhi, per esempio, osservare, classificare, definire o misurare, e come mai questi verbi possono essere riferiti alla matematica, prima o insieme a quelli a cui avrebbero pensato loro, quali calcolare o risolvere. Inizia qui una nuova allargata prospettiva!
Quale matematica nel gioco?
Per continuare e approfondire il discorso avviato nell’analisi dei testi linguistici, si è pensato a una sorta di «laboratorio» ancora non direttamente «matematico» ma relativo ai giochi da tavolo, nei quali si possono identificare molte azioni che, anche se non riguardano numeri e figure, esprimono la natura del pensiero matematica.
Vai al PDF per l’intero articolo
Luca Ronchi
(Docente di Matematica e Fisica al Liceo Classico dell’Istituto Sacro Cuore di Milano)