Un muro di omertà avvolgerebbe il mistero della morte di Alex Marangon, il 25enne trovato senza vita su un isolotto nel Piave due giorni dopo un rito sciamanico a cui aveva preso parte la notte tra il 29 e il 30 giugno scorsi. Teatro dei fatti, l’abbazia di Vidor, in provincia di Treviso, dove il ragazzo si sarebbe trovato per un ritiro spirituale con una ventina di persone che oggi, secondo la famiglia, starebbero in qualche modo occultando un pezzo di storia impedendo di ricostruire la verità sul decesso.
Tre le ipotesi sul piatto, mentre la Procura tiene aperta l’inchiesta per omicidio senza indagati: Alex Marangon ucciso, vittima di un incidente o suicida. Al momento, la sola certezza nero su bianco sarebbe arrivata dagli esami tossicologici eseguiti nell’ambito degli accertamenti svolti in sede di autopsia: il ragazzo aveva assunto ayahuasca, una sostanza allucinogena che tanto gli organizzatori dell’incontro quanto i due “curanderos” di quella notte, cioè gli sciamani colombiani Jhonni Benavides e Sebastian Castillo considerati potenziali testimoni chiave nell’indagine, avrebbero invece escluso. Nell’intricata trama della vicenda, i dubbi dei genitori del 25enne insistono anche su altri due punti: le chat relative all’evento che sarebbero state cancellate e le versioni contrastanti sull’ultimo avvistamento di Alex Marangon.
Morte di Alex Marangon: il giallo delle chat cancellate e le versioni contrastanti
La famiglia della vittima continua a rilanciare i suoi appelli, come riporta Il Corriere della Sera: “Vogliamo la verità“. Le lesioni sospette riscontrate sul corpo di Alex Marangon e l‘assenza di una versione univoca dei fatti di quella tragica notte consumata all’abbazia di Vidor fanno il resto e contribuiscono a comporre un puzzle nebuloso. Il padre e la madre del 25enne sono convinti che qualcuno abbia detto molto meno di quanto sa, e tra i dubbi che avanzano prepotenti c’è quello che riguarda la cancellazione di chat relative a quel ritiro da parte di alcuni dei partecipanti.
Secondo una versione dei fatti, qualcuno avrebbe visto Alex Marangon separarsi dal gruppo intorno alle 3 e in preda a una non meglio precisata “crisi”. Lo sciamano Benavides, tramite il suo legale Oscar Palet Santandreu, avrebbe riferito di averlo visto lasciare l’abbazia in stato confusionale per poi sparire nell’oscurità della notte. C’è chi avrebbe parlato di un “tonfo”, altri di un “grido” prima che la scomparsa del giovane mobilitasse i presenti spingendoli a cercarlo, stando al loro racconto, per ore fino alle 7 del mattino. Soltanto a quell’ora sarebbe stato lanciato l’allarme.