LA NUOVA LETTERA DI BEPPE GRILLO CONTRO IL LEADER GIUSEPPE CONTE FA “DEFLAGRARE” IL M5S
Il “Movimento 5 Pec”: con una battuta (e una lettera di fuoco) il Beppe Grillo “di un tempo” fa deflagrare il M5s in una guerra a distanza che difficilmente potrà concludersi se non con una scissione. Dopo l’ultima risposta data ieri dall’avvocato e Presidente 5Stelle Giuseppe Conte (che minacciava di stoppare i contratti del Garante), il fondatore non ci ha visto più e ha contro-replicato con una lettera diffusa dal “Foglio” in cui sostanzialmente minaccia di rimettere agli organi interni del Movimento 5Stelle la posizione stessa del leader ed ex Premier.
Chi frequenta in questi giorni entrambi i “Dioscuri” del M5s racconta la stessa identica cosa: Grillo e Conte non si parlano direttamente ormai da giorni, ed è solo un continuo e fitto scambio di lettere-Pec a mantenere in vita la dialettica sempre più mediatica e sempre meno politica. Le rivendicazioni del Garante 5Stelle sul mantenere fisso nome, simbolo e regola del doppio mandato sembrano quasi “perdersi” nello scontro personale con il Presidente del partito il quale ha fatto sapere proprio oggi di non voler più replicare a Grillo, se non tramite avvocati.
La battaglia legale e la successiva scissione sembra ormai alla porta: «sei un autocrate ipocrita», attacca l’ex comico nell’ultima lettera di una lunga sfilza scambiate con Conte nell’ultimo mese in vista dell’assemblea Costituente di inizio novembre. Se anni fa un “vaffanculo” aveva travolto l’Italia con la nascita del M5s di Grillo e Casaleggio, ora i toni e metodi sono più “legulei” ma l’acredine presente è tutt’altro che minima: un esempio è dettato all’inizio della lettera dove Beppe Grillo rinfaccia a Conte che giusto ieri si appellava alla democrazia del partito con il voto degli iscritti in Costituente. Il fondatore M5s scrive che le manovre del leader sono «striscianti» e che starebbe tentando di demolire il Movimento con un «ipocrita presunto processo democratico». Il richiamo al secondo mandato come tetto limite è proprio per evitare che possano sorgere nel M5s “casi” come quelle attuali: «Il limite del doppio mandato nasce proprio dalla volontà di prevenire questi rischi» di altri partiti pronti a “alienarsi” e sclerotizzarsi. Di fatto però è quanto sta avvenendo in queste ore con lo stesso M5s, destinato ad una scissione ormai difficile da evitare all’orizzonte.
IL “MOVIMENTO 5 PEC”, IL “NO-COMMENT” E L’IPOTESI SCISSIONE: INTANTO I SONDAGGI…
Con un post su Facebook è lo stesso Beppe Grillo a “ironizzare” sugli scenari futuri, identificando il nuovo nome e simbolo del M5s come “Movimento 5 Pec”: il dato fattuale è che però il “dialogo” fra Grillo e Conte è ormai rimasto solo in termini di lettere scritte, e a breve il passaggio potrebbe andare diretto su avvocati e giudici. Dopo infatti aver scritto nella missiva incandescente che i veri metodi padronali sono quelli contiani e che starebbe cercando una «legittimazione popolare tipico delle autocrazie», il Garante del M5s minaccia di segnalare gli ultimi scritti privati dell’ex Premier davanti agli organi interni del partito.
«Mi riservo di valutare il da farsi, eventualmente anche sottoponendo le tue minacce agli organi competenti del movimento», scrive il co-fondatore restio a vedere il suo partito pronto a stringere con Pd e AVS il “campo largo progressista”. «A Beppe Grillo non rispondo più»: si limita ad un no comment la replica di Giuseppe Conte dopo aver appreso dell’ultima lettera inviata dall’ex comico, aggiungendo che d’ora in poi «si parli con gli avvocati». Le rispettive compagini legali sarebbero pronte ad uno scontro imminente, da giocarsi prima del voto dell’assemblea Costituente sullo statuto del M5s tra fine ottobre e inizio novembre: nel frattempo un “punto” segnato dall’ala contiana del Movimento arriva dai sondaggi politici condotti da Swg per TgLa7 (e pubblicati ieri sera). A domanda netta su chi avrebbe ragionare tra Conte e Grillo sulla guerra interna al M5s, ecco che l’elettorato propende in netta maggioranza per l’ex Premier con ben il 74% delle preferenze; inoltre, in caso di scissione, il 68% seguirebbe il “nuovo M5s” di Conte mentre solo il 21% sposerebbe la causa di Grillo, magari in unione con gli ex espulsi e l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi.