Omicidio Sofia Castelli: è definitiva la condanna a 24 anni di reclusione per Zakaria Atqaoui, l’ex fidanzato della giovane uccisa nel sonno a Cologno Monzese nel 2023. Il 23enne, reo confesso, avrebbe infatti rinunciato a sottoporsi al secondo grado di giudizio e la sentenza di primo grado, tramontato l’orizzonte dell’appello, si cristallizza come conclusiva.
Secondo la ricostrizione dell’accusa, il ragazzo tese un agguato alla vittima restando per ore nascosto nell’armadio della sua casa, dopo averle sottratto le chiavi ed esservisi introdotto in sua assenza, in attesa del suo rientro da una serata trascorsa in compagnia. Avrebbe aspettato che si addormentasse per poi colpirla nel sonno con un coltello preso dalla cucina. Al momento del delitto, nell’abitazione di Sofia Castelli c’era anche un’amica che, dormendo in un’altra stanza, non avrebbe sentito nulla.
Omicidio Sofia Castelli: la rabbia della famiglia dopo la condanna definitiva di Zaqaria Atqaoui
A margine della condanna definitiva per l’omicidio Sofia Castelli a carico di Zaqaria Atqaoui, 24 anni di carcere dopo la rinuncia all’appello, la famiglia della ragazza uccisa attraverso le parole della zia riportate dal Resto del Carlino, ha manifestato il suo fermo disappunto: “Premeditazione, futili motivi, uso del mezzo insidioso non sono bastati per dargli l’ergastolo. Proviamo tutti tanta rabbia e indignazione, ormai anche rassegnazione. Sofia non ha avuto giustizia”.
“Per i genitori è come se fosse morta un’altra volta”. La Procura di Monza, durante il primo grado in Corte d’Assise, aveva chiesto l’ergastolo per il 23enne reo confesso. L’esito è stato 24 anni di carcere, pena accettata dalla difesa che ha deciso di non andare al secondo grado. Il minor “danno” possibile per Atqaoui, che era imputato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, futili motivi e uso del mezzo insidioso (si era nascosto in casa per poi tendere l’agguato mortale alla vittima). Per i giudici, avrebbe agito con “con coscienza e volontà” ma gli sono state riconosciute le attenuanti generiche per la giovane età, l’incensuratezza e il suo “comportamento collaborativo” con gli inquirenti. “Un ‘assassino modello’ – ha sottolineato la zia di Sofia Castelli sui social – agli occhi della legge italiana, premiato con la pena massima di 24 anni di reclusione (se continua ad essere collaborativo potrebbero anche diventare 18 o 19…)“.