MINNEAPOLIS – Tutto in equilibrio. Mentre si avvicinano le elezioni presidenziali, che tutti si aspettano combattute all’ultimo voto, la campagna elettorale dei due schieramenti si infiamma e tenta di farsi “creativa” cercando temi che quell’equilibrio possano spezzare.
Il nuovo tema di questi giorni, tirato fuori dai repubblicani, è la maternità. Cosi la Harris – che ad avere figli ha rinunciato per libera scelta – è finita sotto attacco da parte da vari personaggi dell’entourage repubblicano. La governatrice dell’Arkansas, Sarah Huckabee Sanders (figlia dell’ex governatore Mike Huckabee) l’ha buttata lì: la maternità, dice la Huckabee che di figli ne ha tre, ti insegna ad essere umile e quella umiltà va custodita anche in politica. La Harris, che come dicevamo figli non ne ha voluti, con questo peccato di omissione – non avendo nessuno che la costringa a praticare l’umiltà – si è preclusa qualsiasi chance di essere umile, e di cosa l’umiltà sia non ne ha proprio idea. JD Vance, il vice prescelto da Trump, ha fatto anche lui le sue “uscite” sul tema, chiamando Kamala Harris e compagne di partito “Childless cat ladies”, signore dei gatti, senza bambini. Ricorderete la piccata risposta social di Taylor Swift a Trump, firmata “una gattara senza figli”. Poi la replica di Musk, e via dicendo. Vance da queste affermazioni, che possono lasciare il tempo che trovano, ha quantomeno cercato di tirare fuori un tema sociale e culturale. “Non è questione di criticare chi, per varie ragioni, non ha avuto bambini”, ha detto in una intervista, “qui si tratta di criticare il Partito democratico per esser diventato uno schieramento contro la famiglia e contro i bambini”. Già come sappiamo c’era il grande spartiacque dell’aborto, ma qui si entra in un territorio che la politica a tutt’oggi aveva appena lambito: la natalità. Un territorio che comincia a dare preoccupazioni con l’andamento calante del tasso di natalità che si riscontra nel Paese.
Secondo un sondaggio della University of Chicago i democratici indubbiamente fanno meno bambini dei repubblicani. Il 38% dei democratici fa come la Harris, rispetto al 26% dei repubblicani. Questi i fatti. Resta da chiedersi se abbia un senso misurarsi e giudicarsi in base al numero di figli che si fanno. La risposta dei democratici è ovviamente uno sdegnoso “no”, e così lo è anche quella di parte del mondo repubblicano, che non ritiene giusto metter becco e mano su scelte estremamente personali. Tuttavia – mi viene da dire – non possiamo ignorare che tutto diventa strumento educativo. O diseducativo.
God Bless America!
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