Lo studio delle Scienze alla primaria è spesso proposto, anche sui libri di testo, in modo frammentario e nozionistico, quindi poco interessante. La maestra, autrice del contributo, presenta un percorso sperimentale che stimola il mettere in gioco da parte dei suoi alunni quanto appreso in precedenza, con quella spontanea creatività caratteristica dei ragazzi quando sono abituati a vivere la scuola da protagonisti. E allora i multipli del metro, scoperti in un contesto esperienziale, sono dai ragazzi percepiti non genericamente come più o meno grandi ma nella loro entità quantitativa.
All’inizio della classe quarta la collega Michela Locatelli e io, che insegniamo in classi parallele e siamo abituate a lavorare confrontandoci, abbiamo avviato l’anno scolastico con la visione del film La partita perfetta. I protagonisti di questo film sono ragazzi che giocano a baseball con grande passione.
Dopo aver visto il film, ai nostri alunni è nato il desiderio di imparare a giocare a baseball su un vero campo, proprio come quello ufficiale; quindi il primo obiettivo che ci siamo prefissati è stato quello di costruirne uno con le dimensioni ufficiali. In particolare i ragazzi hanno pensato di costruirlo in palestra con il docente di educazione fisica.
Si è presentato subito un problema: come realizzare le misure? con quale strumento? I ragazzi si sono ricordati che gli antichi Sumeri e gli Egizi, la cui civiltà avevamo studiato in terza, per costruire dighe e canali avevano avuto il nostro stesso problema. All’inizio queste civiltà usavano come unità di misura parti del corpo. I Sumeri si accorsero però che le grandi opere di costruzione richiedevano più precisione, misure comprensibili e condivisibili da tutti. Pensarono perciò di costruire un manufatto come modello, la riga campione in bronzo, da usare come unità di misura ufficiale per tutte le misurazioni di lunghezze.
Inizialmente anche i nostri alunni hanno misurato le dimensioni di diversi spazi e di diversi oggetti presenti a scuola (il diario, la lavagna, il banco, la cartina, il pavimento dell’aula …) usando parti del proprio corpo.
Prima di iniziare le misurazioni abbiamo riflettuto su quali parti del corpo scegliere come unità di misura per ogni oggetto e/o dimensione di uno spazio e abbiamo concluso che era più ragionevole utilizzare una parte del corpo piccola per misurare oggetti corti e parti del corpo più grandi per misurare oggetti lunghi. Ciascuna classe si è divisa in gruppi e ogni gruppo, munito di un foglio per gli appunti e per la registrazione dei dati, ha iniziato a misurare.
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Viviana Mezzacapo
(docente presso la Scuola Primaria paritaria “Andrea Mandelli” di Milano)