FILIPPO TURETTA, IL PROCESSO AL CENTRO DI QUARTO GRADO
Anche l’omicidio Giulia Cecchettin è al centro della nuova puntata di Quarto Grado, in onda venerdì 27 settembre 2024 su Rete 4, in particolare il processo a carico di Filippo Turetta. Dopo la messa in onda in esclusiva di alcuni stralci dell’interrogatorio dell’ex fidanzato della studentessa, il programma condotto da Gianluigi Nuzzi farà il punto della situazione sul caso di cui recentemente ha parlato il padre della vittima.
Gino Cecchettin è intervenuto a Bologna in occasione del convegno “Questo non è amore” organizzato dalle associazioni Penelope e La Caramella Buona, spiegando di aver tralasciato «rabbia e ira», perché sono sentimenti che gli fanno male, che lo logorerebbero dentro. «Io ho provato a togliere dalla mia vita chi mi ha portato via Giulia», ha dichiarato il papà di Giulia Cecchettin, il cui obiettivo al momento è di dare il suo contributo per fermare la piaga dei femminicidi.
Infatti, sta lavorando alla creazione di una fondazione, che al momento è a buon punto. «Quando si arriva alle indagini e al processo abbiamo già perso tutti. Dobbiamo insegnare cosa significa l’amore e far capire quando non si è in una condizione ideale di amore», ha aggiunto il padre di Giulia.
OMICIDIO GIULIA CECCHETTIN, PARLA IL PADRE
Aver eliminato Filippo Turetta dalla sua vita non vuol dire averlo perdonato per quello che ha fatto a sua figlia: di questo Gino Cecchettin ha parlato invece nell’incontro con gli studenti del campus di Forlì dell’Università di Bologna, nell’ambito della presentazione del suo libro. «Ho eliminato Filippo dalla mia vita, ma perdonarlo è un’altra cosa. Il perdono appartiene ai santi, non so se riuscirò mai a farlo».
Nel frattempo, procede in maniera spedita il processo per l’omicidio Giulia Cecchettin: riprenderà il 25 ottobre, con l’interrogatorio dell’imputato. I suoi legali hanno dato il consenso all’acquisizione degli atti del fascicolo, quindi non ci saranno testimoni, ma solo il suo esame che proseguirà il 28. Invece, il 25 e 26 novembre ci sarà la discussione, pertanto la sentenza è prevista il 3 dicembre.
Sullo sfondo la protesta delle associazioni escluse come parte civile nel processo, come l’Unione Donne in Italia che ha contestato la decisione del tribunale di Venezia, parlando di una «ordinanza iniqua e cieca» che ha disconosciuto l’impegno profuso da tali associazioni. Nel comunicato viene attaccata la procura di Venezia che, tramite il suo pm aveva richiesto l’esclusione delle associazioni, definendo ciò «deprecabile».