Cutting, sempre più giovani lo praticano
Sempre più giovani oggi esercitano sul proprio corpo forme di autolesionismo per diversi motivi, tra le “nuove” pratiche che stanno sempre più prendendo piede c’è quella del “cutting“. Quella del cutting è una forma di autolesionismo abbastanza cruenta che consiste nell’apportare ferite o bruciature sul proprio corpo, in questi atti si identifica spesso una via di fuga dai dolori emotivi. In questi momenti di disagio e malessere un ruolo importante deve essere svolto dai genitori che devono saper capire e riconoscere il disagio psicologico che i figli stanno attraversando e che molto spesso non riescono ad esprimere anche per vergogna.
Tra le forme di autolesionismo, oltre a quelle fisiche come tagliarsi, bruciarsi o battere la testa contro il muro, ci sono anche quelle che avvengono tramite l’assunzione di sostanze tossiche come anche sostanze stupefacenti o farmaci. Alessandra Fermani, docente di Psicologia sociale dell’Università di Macerata al Resto del Carlino ha rilasciato un’intervista dove afferma “Farsi del male fisicamente può sembrare un modo per gestire un dolore emotivo” quindi spiega che per queste persone, il dolore fisico serve per rendere più sopportabile un dolore emotivo spesso più difficile da sopportare.
Autolesionismo, è importante che scuola e genitori collaborino
Oggi si parla sempre più spesso di autolesionismo e la fascia di età maggiormente colpita è quella adolescenziale, molto spesso le prime avvisaglie si manifestano tra i 13 e i 14 anni. Le persone che praticano l’autolesionismo lo fanno per diversi motivi: nel tentativo di comunicare all’esterno un loro disagio, per punirsi di qualcosa. Alessandra Fermani che è una docente di Psicologia sociale all’Università di Macerata ha parlato al Resto del Carlino proprio di autolesionismo, affermando che tra queste pratiche sta sempre più prendendo piede quella del cutting che consiste nel apportare tagli o bruciature al proprio corpo.
Per la docente è fondamentale l’educazione sin da quando si è piccoli, continua dicendo che è di fondamentale importanza che i genitori sappiano capire i segnali che i figli mandano anche tramite il linguaggio del corpo, è altrettanto importante che si crei un’intesa tra famiglia e scuola affinché si possa prendere coscienza in tempo di questi disagi. “Il ‘cutting’ non è solo un comportamento isolato; può essere il sintomo di problemi più gravi, come depressione o ansia” afferma questo Alessandra Fermani al Resto del Carlino, in casi molto gravi l’autolesionismo può essere una successione di pratiche che possono culminare anche nel suicidio.