Le pensioni minime 2025 potrebbero essere lievemente più alte. L’esecutivo potrebbe confermare questo rialzo a patto che ci sia lo spazio di manovra finanziario adeguato. Infatti il Governo sotto il punto di vista economico è in una fase di stallo.
La Legge di Bilancio 2025 dovrà essere presentata a Bruxelles entro il 20 ottobre, ma i presupposti fanno credere che il Governo italiano possa tardare di almeno 15 o 20 giorni. Intanto da Palazzo Chigi e Forza Italia arriva a gran voce la volontà di portare le pensioni minime quanto meno a 621€.
Pensioni minime 2025: la speranza a quota 640€
Per aumentare le pensioni minime 2025 occorre rinnovare la misura in scadenza a fine 2024. Se il Governo non muoverà un dito, non solo non si avrà alcun incremento, ma c’è il rischio di poter ricevere un importo più basso.
Continuano i dubbi sulla perequazione automatica che dovrebbe garantire – se approvata – un rialzo minimo, quasi “misero” oseremmo dire. Infatti il meccanismo terrà conto dell’adeguamento basato sul tasso di inflazione, che nel 2025 dovrebbe essere dell’1%.
Per attuare delle nuove manovre occorre individuare le misure che fanno lievitare i costi. Ma col tempo i giorni passano e le indecisioni del Governo sono sempre più elevate. Uno degli ultimi tentativi è spingere i lavoratori a restare sul lavoro (grazie a degli incentivi) pur avendo maturato i requisiti per il pensionamento.
Proroga delle altre misure
Mentre continua la speranza sull’aumento delle pensioni minime 2025 il Governo è in lotta con i partiti per approvare il “silenzio assenso” del fondo TFR da destinare per la pensione complementare, e per confermare le soluzioni temporanee in scadenza (Opzione Donna, Quota 103 contributiva e Ape Sociale).
Sul silenzio assenso del fondo TFR l’idea è quella di rendere la decisione facoltativa per i lavoratori più anziani, ma obbligatoria per i neo assunti, il cui contributo obbligatorio da destinare alle pensioni complementari potrebbe essere fissato al 25% dopo qualche mese dall’assunzione.