Il Pakistan sembra essere nel centro di una feroce guerra terroristica che vede il governo di Islamabad impegnato a combattere – da un lato – contro il cosiddetto Esercito di liberazione del Belucistan e – dall’altro – contro i talebani raccolti attorno all’egide del TTP: l’obiettivo di entrambe le organizzazioni è quello (ma a breve lo vedremo nel dettaglio) di cercare di interrompere le relazioni economiche e commerciali tra il Pakistan e la Cina, indebolendo – o addirittura rendendo del tutto inattuabile – il Corridoio economico CPEC, vero e proprio gioiello della Belt and Road Initiative cinese.
Partendo dagli ultimissimi fatti di cronaca, pochissimi giorni fa il Pakistan è stato protagonista nella provincia di Sindh (e precisamente nella cittadina di Karachi) di un attentato terroristico rivendicato – in un secondo momento – proprio dall’Esercito del Belucistan: dalle prime ricostruzioni parrebbe che un’auto contenente diversi chili di esplosivo si sia scagliata contro un convoglio che trasportava alcuni ingegneri e magnati cinesi in visita per l’avvio della costruzione di una nuova centrale nucleare, uccidendone almeno due e ferendone (in modo lieve) una decina scarsa.
Una notizia che ha – prevedibilmente – scatenato l’ira di Pechino che in un comunicato diramato poche ore dopo l’attentato in Pakistan ha invitato le autorità locali ad avviare delle rapide indagini per assicurare i responsabili alla giustizia, colmando anche “le lacune nelle misure di sicurezza” pakistane tramite “misure più mirate” per garantire il proseguo senza incidenti della costruzione “del Corridoio economico”, soprattutto in vista dell’imminente vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai.
Cosa c’è dietro agli attentati in Pakistan: l’Esercito del Belucistan in guerra contro la Cina
Insomma, tra Cina e Pakistan le relazioni sembrano essere sempre più delicate perché oltre ai due morti di pochissimi giorni fa non va dimenticato che nello stato negli ultimi mesi sono morti anche altri quindi cittadini cinesi (una decina in una serie di attacchi coordinati nel mese di agosto e altri cinque, tutti ingegneri, a marzo) in una vera e propria escalation che rischia di diventare drammatica: l’obbiettivo – più volte rivendicato – dell’Esercito del Belucistan, d’altronde, è proprio quello di interrompere le relazioni Pechino-Islamabad, accusando il Dragone di essere uno dei responsabili del rapido impoverimento della (ricca di risorse) regione del Belucistan.
Per questa ragione l’esercito terroristico ha deciso di condurre una vera e propria ‘guerra’ civile contro la costruzione – in Pakistan – del Corridoio CPEC: si tratta di una monumentale opera finanziata dalla Cina dalla lunghezza di circa 3mila chilometri e che dovrebbe fornire una via di collegamento diretta tra il territorio cinese, il Medio Oriente e l’Europa, fondamentale per garantire a Pechino gli approvvigionamenti di corrente elettrica e gas evitando lo Stesso di Malacca – sotto il controllo degli USA – che verrebbe bloccato e chiuso in caso di un’ipotetica guerra cino-americana; il tutto investendo ingenti risorse in Pakistan per l’ammodernamento di alcune infrastrutture critiche.