Dopo una lunga assenza legata alla malattia che l’ha costretto a letto – tra ospedale e casa – per diverse settimane, torna in tv nello studio di Verissimo su Canale 5 della sempre amata Silvia Toffanin Red Canzian: si tratta (e molti la sapranno già) del bassista storico dei Pooh alle prese con una violenta infezione al cuore della quale – quasi certamente – tornerà a parlare proprio oggi pomeriggio, raccontando all conduttrice e ai curiosi spettatori la sua battaglia, la sua lunga convalescenza e – soprattutto – come sta oggi.
Tra queste righe (quasi ovviamente) ci soffermeremo sulla malattia di Red Canzian, raccontata nel dettaglio qualche settimana fa sulle pagine del Corriere della Sera partendo dal doloroso ricordo di un ricovero avvenuto in un momento in cui “non stavo più in piedi e sparlavo” per il dolore, in uno stato simil “comatoso”: il nome del suo nemico – ha spiegato – è quello di mediastinite che ha coinvolto “tutto quello che è dentro la cassa toracica” tra cuore, polmoni e fegato.
Red Canzian dei Pooh e la malattia: come sta oggi?
Quello di Red Canzian è un lungo, doloroso ed accorato racconto interamente incentrato su quella malattia – appunto la mediastinite – causata da un attacco indiscriminato alla cassa toracica da parte dello stafilococco aureo: in un primissimo momento i medici tentarono la via degli antibiotici, ma dato che si sarebbero ben presti rivelati del tutto inutili, sono stati costretti a ricorrere ad un’operazione chirurgica per ripulire la cassa dall’interno. Dal conto suo Red Canzian non nasconde che ci sono stati momenti di grande paura, ma il peggio della malattia – ovvero le fasi iniziali – non è stato in grado di viverle proprio a causa di quello “stato comatoso” in cui entrò in ospedale.
Dopo l’intervento e la lunga convalescenza – fortunatamente – la mediastinite di Red Canzian si è risolta ed oggi sembra stare bene, tanto che (rivendica con fierezza sempre sulle pagine del Corriere) “cammino spedito, mi vesto e mi lavo” in modo del tutto autonomo, continuando tuttavia a sottoporsi – come una sorta di “spada di Democle” – a frequenti ricoveri ospedalieri per sottoporsi a “numerose flebo al giorno”.