Liliana Resinovich non si è suicidata. La famiglia lo ha sempre pensato e gli ultimi accertamenti danno ragione a ciò che Silvia, la cugina, credeva dall’inizio: “Lo abbiamo detto dall’inizio che non era suicidio. Aspettiamo la relazione della dottoressa Cattaneo: non è 1-0 per noi, ma le indiscrezioni vanno verso quello che abbiamo sempre detto. Ma non è una vittoria, non abbiamo fatto tutto questo perché qualcuno ci dicesse ‘Bene, bravi’. Volevamo la verità e in tre anni ci siamo quasi riusciti ma non è merito nostro, è merito dei nostri avvocati, periti, di chi ci ha creduto e ha creduto in noi”.
“Quando abbiamo letto la prima perizia abbiamo capito che qualcosa non andava perché i vestiti erano puliti, le scarpe erano pulite… – spiega ancora Silvia – Lilly è stata ritrovata all’interno di due sacchi neri sulle gambe e sulla testa ma non sono state trovate impronte nel sacchetto”.
Liliana Resinovich, la cugina: “Sebastiano? L’ho visto in giro e…”
Silvia, cugina di Liliana Resinovich, parlando di Sebastiano Visintin, il marito della donna scomparsa e trovata morta ormai quasi tre anni fa, ospite di “Pomeriggio Cinque” spiega di non fidarsi della versione dell’uomo: “Noi vogliamo le prove di cosa ha fatto quella mattina. Sta venendo fuori qualcosa che non va. Perché non ha fatto niente prima? Quando si accusa qualcuno, di solito è il contrario. Nessuno di noi ha niente da nascondere”.
Come spiegato ancora da Silvia, cugina di Liliana Resinovich, che fin da subito si è battuta per la verità, Sebastiano “si vede in giro: l’ho incontrato in Slovenia che mangiava e beveva, non mi sembrava né addolorato né preoccupato. Dal primo giorno ha fatto la sua vita, è giusto così ma io se sparisse mio marito vorrei prima sapere cos è successo”. Una versione, quella dell’uomo, che non ha mai convinto a pieno la famiglia di lei.