Poco dopo il suo 90esimo compleanno – celebrato ad inizio luglio – il famosissimo stilista Giorgio Armani ha concesso una lunga intervista al Corriere della Sera nella quale (quasi naturalmente) è tornato a parlare anche dell’ex compagno Sergio Galeotti: questi infatti fu al centro del suo stesso successo imprenditoriale, fondando con lui il marchio che porta il suo cognome e donandogli un amore forte ed intenso che – purtroppo – durò solamente pochi anni perché fu stroncato poco dopo aver compiuto 40 anni da quello che all’epoca venne racconto come un infarto e che – solamente qualche anno più tardi – si scoprì essere legato all’Aids.
Prima di arrivare all’accorato racconto fatto dallo stilista al Corriere, vale la pena fare un passetto indietro nella vita di Sergio Galeotti che divenne (appunto) famoso in quanto compagno sentimentale e socio d’affare di Armani: nato nell’ormai lontano 1945 in un comune alle porte di Lucca, studiò architettura incrociando sul suo percorso quello che divenne l’amore della sua vita nel 1966 quando aveva 21 anni.
Assieme all’amato Giorgio, Sergio Galeotti fondò il marchio Armani assumendo fin da subito il comando della divisione finanziaria ed amministrativa: la sua firma è dietro anche alla primissima storica collezione che venne lanciata sul mercato, ma purtroppo non fece in tempo a vederne il successo perché nel 1985 (precisamente il 14 agosto) morì a causa dell’Aids che all’epoca era una malattia permeata da fortissimi pregiudizi e mortale nel 100% dei casi.
Giorgio Armani e il profondo amore per l’ex compagno Sergio Galeotti: “Fu lui a credere in me e a spronarmi”
Tornando al presente, è stato proprio Giorgio Armani a raccontare delle prima volta che vide Sergio Galeotti mentre si trovava “in vacanza per due giorni [in] Versilia”: il loro sguardo si incrociò mentre si trovava “in macchina” e ricorda che fin da subito “mi piacque il suo sorriso toscano“; inizialmente tra loro nacque una bellissima amicizia che venne suggellata dalla profonda “fiducia” che ripose nei suoi sogni imprenditoriali, tanto che fu il primo – racconta lo stilista – a rendersi contro “che potevo arrivare lontano” in quel modo di abiti e sfilate.
La morte di Sergio Galeotti – continua Armani – gli provocò una profondissima ferita, tanto che a distanza di quasi quaranta anni da quel tragico 1985 sostiene ancora che quel giorno “morì [anche] una parte di me“: trascorsero l’ultimo anno “tra un ospedale e l’altro” vedendosi anche bersaglio “dell’opinione pubblica” che non era disposta ad accettare un amore omosessuale; ma grazie ad una profonda “volontà” che descrive come “incredibile” riuscì a superare quel “dolore crudele” facendo del loro grande sogno un successo.
Da quel momento (conclude Giorgio Armani) non è più stato in grado di amare nessuno, tanto che a 90 anni – pur rammaricandosi di non aver mai avuto figli, credendosi potenzialmente “un ottimo papà” – sostiene che sia “inutile essere innamorato” se per forza di cose si è costretti a “dare poco spazio al tuo amore”.