Ivano Savioni e il coinvolgimento nel delitto di Maurizio Gucci
Questa sera va in onda in prima serata su Rai1 House of Gucci, il film del 2021 diretto da Ridley Scott e incentrato sulle vicende che portarono all’uccisione di Maurizio Gucci (interpretato da Adam Driver) organizzato dall’ex moglie Patrizia Reggiani (interpretata da Lady Gaga). Tra i protagonisti della vicenda di cronaca nera risalente al 27 marzo 1995 ci furono anche Ivano Savioni, accusato di aver procurato alla Reggiani il sicario per uccidere l’imprenditore, e Benedetto Ceraulo, accusato di essere l’esecutore materiale del delitto.
Savioni, in particolare, è libero dal 2010 dopo essere stato condannato a 20 anni e 6 mesi di carcere in seguito al delitto Gucci. In un’intervista rilasciata all’Agi nel 2022, aveva raccontato la propria versione dei fatti; secondo l’uomo, infatti, il suo operato nella vicenda si sarebbe dovuto limitare soltanto ad una truffa ai danni della Reggiani, dalla quale avrebbe potuto intascare una ghiotta somma di denaro pur di assecondare il suo piano di uccidere il marito. “Sinceramente cominciai a pensare che se fossimo riusciti a portarle via un po’ di soldi non sarebbe stato male visto che era una miliardaria. Per me sarebbe stato un peccato ingannare un pensionato, ma una come lei…“, ha raccontato.
Ivano Savioni, le accuse a suo carico e il ruolo di Benedetto Ceraulo
Secondo Ivano Savioni, dunque, “doveva essere una truffa, finì in un omicidio“. L’uomo ha sempre sostenuto di essere stato coinvolto sì nel tentativo di truffa, ma non nell’omicidio di Maurizio Gucci. Tuttavia, come riportato da Agi, la verità giudiziaria stabilì che Savioni non solo era a conoscenza del progetto di omicidio, ma che avrebbe trattato con Patrizia Reggiani un compenso di 600 milioni di lire. Lui, però, ha sempre negato questa versione: “Sono state dette tante sciocchezze. Seppi dell’omicidio per caso, ero in auto verso Brescia e alla radio diedero la notizia che Gucci era stato ammazzato. Sobbalzai. Qualcuno lo aveva fatto a mia insaputa”.
Benedetto Ceraulo è stato invece accusato di essere l’esecutore materiale dell’omicidio, ovvero colui che, la mattina del 27 marzo 1995, uccise Maurizio Gucci con alcuni colpi di pistola nell’androne dello stabile di via Palestro 20 a Milano.