Nel 2025 la riforma complicherà l’uscita della pensione anticipata. Oggi i vertici del Governo dichiarano che l’età media pensionabile in Italia è tra le più basse d’Europa: 64,2 anni. E allora le domande che sorgono prima dell’ufficialità della norma sono tante: quanti contributi si dovranno versare? Quali misure rimarranno?
Prima di tutto va fatta una distinzione (che rimarrà sempre) tra la pensione anticipata ordinaria e quella anticipata contributiva (in quest’ultima prevalgono esclusivamente i contributi cosiddetti puri). Per comprendere cosa ci aspetta è importante comprendere il loro funzionamento.
Riforma pensione anticipata 2025: ordinaria e anticipata
Nel 2025 il primo possibile cambiamento della riforma pensione anticipata ordinaria sarà l’arco temporale con cui verranno pagate le pensioni. Oggi la finestra è di 3 mesi, ma stando alle indiscrezioni il numero potrebbe arrivare a 7.
Questa estensione della finestra temporale non viene applicata ai cittadini che hanno versato correttamente i loro contributi entro il 31 dicembre del 2018.
L’attuazione della riforma previdenziale è soggetta alle risorse previste per il Bilancio del 2025. Da indiscrezioni si appura che la pensione anticipata contributiva rimarrà accessibile a chi ha compiuto 64 anni d’età anagrafica ed ha versato un minimo di 20 anni di contributi.
L’accesso però non si limita ai contributi puri e all’età, infatti ci sono altre due condizioni da soddisfare:
- I cittadini italiani che non hanno versato nessun contributo nel periodo antecedente al 1996;
- Assegno previdenziale nella soglia minima prevista dalla Legge (almeno tre volte l’assegno sociale).
Le donne che hanno dei figli possono godere di uno “sconto” sull’età pensionabile, che parte da un minimo di quattro mesi per ogni figlio fino ad un massimo di dodici (per nuclei da tre o più figli).
Ape Sociale 2025
L’Ape Sociale – in scadenza a fine anno – potrebbe essere prorogata ma con un lieve innalzamento dell’età anagrafica: nel 2023 si poteva accedere avendo compiuto 63 anni, dal 2025 con 63 anni d’età e 5 mesi.
La misura verrà confermata a favore dei lavoratori che svolgono delle mansioni gravose e con una invalidità civile al 70%.
La speranza è che con la riforma pensioni 2025 le misure per i requisiti dell’anticipata possano essere le stesse di oggi, ma estendendo la platea a più beneficiari.