Il consueto previsionale fornito da Istat informa che nello scorso mese di settembre il numero degli occupati ha raggiunto quota 23milioni 656mila, il dato più alto dal 1977, con un tasso di disoccupazione che torna leggermente a salire (dal 7,3% di agosto al 7,4%), mentre quello giovanile (21,9%) è sceso di 0,1 punti. Il tasso di inattività scende al 33,2% (-0,2 punti) grazie a un calo del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni di 92mila unità.
Nel Veneto, prima regione italiana per il comparto turismo, settembre ha mostrato lievi miglioramenti nel mercato del lavoro, come informa l’agenzia VenetoLavoro, mercato “che nonostante un saldo mensile negativo, come usuale in un periodo dell’anno caratterizzato dalla conclusione dei rapporti di lavoro attivati per la stagione estiva, fa registrare un risultato migliore rispetto a quello di settembre 2023 (-4.100 posti di lavoro a fronte dei -5.900 dello scorso anno) e un aumento delle assunzioni pari al +1%. A livello contrattuale da segnalare l’aumento nell’ultimo mese l’aumento dei contratti a tempo indeterminato (+6.000 posizioni lavorative)”.
Nel terziario il saldo relativo ai primi nove mesi del 2024 (+43.700) risulta lievemente meno favorevole dell’anno precedente (+45.600), ma superiore ai livelli del 2022 (+37.300). Il bilancio positivo del macro-settore è trainato ancora una volta dal turismo (+25.300), comparto che registra comunque risultati di poco inferiori al 2023 sia nel periodo che nel singolo mese di settembre. Andamento particolarmente positivo nei servizi di pulizia, che registrano 3.300 posti di lavoro in più e un aumento delle assunzioni del 16%. Saldo mensile positivo anche nella logistica, con un risultato (+1.500) che consente una ripresa della crescita occupazionale relativa all’intero 2024 (+1.900 posti di lavoro, appena al di sopra del bilancio dell’anno precedente).
Il bilancio occupazionale veneto dell’intero 2024 si conferma dunque positivo (+72.900), seppure ancora inferiore a quello del periodo gennaio-settembre del 2023 (+76.458). Le assunzioni nel periodo sono complessivamente 494.800 (-1%): risultano in calo soprattutto i lavoratori italiani (-5%), le donne (-3%) e i lavoratori delle fasce di età centrali (-3%); in aumento invece gli stranieri (+8%) e gli over 55 (+4%). Le cessazioni ammontano a 422.000, un dato in linea con quello dello scorso anno e che evidenzia in particolare un aumento dei licenziamenti (+4%) e una diminuzione delle dimissioni (-4%). Il calo delle conclusioni contrattuali registrate a settembre (-2% sul 2023) è riconducibile soprattutto alla riduzione osservata nelle dimissioni e nei recessi del lavoratore (-13%), in particolare nell’industria metalmeccanica; in aumento invece le cessazioni per fine termine (+4%), soprattutto in agricoltura.
Andamento positivo in quasi tutte le province del Veneto, ma in ridimensionamento rispetto all’analogo periodo del 2023, in particolare a Vicenza (+3.632) e Padova (+5.793). La provincia di Belluno è l’unica con il saldo cumulato, pur negativo, in miglioramento sul 2022 e in linea con i risultati del 2023. Nell’ultimo mese assunzioni in aumento a Rovigo (+7,9%), Treviso (+3,2%), Padova (+1,8%) e Belluno (+1,6%), stabili a Verona (+0,6%), in calo a Venezia (-0,8%) e soprattutto Vicenza (-4,0%).
Dopo il saldo particolarmente negativo registrato nel mese di agosto, dunque, il bilancio torna positivo e in miglioramento nell’industria (+4.200 a settembre), ma non consente di recuperare i volumi registrati nel 2023. Il rallentamento della crescita occupazionale nel periodo si lega alle dinamiche negative registrate nell’industria tessile e abbigliamento, che condivide con quella calzaturiera, del legno/mobilio e conciaria un saldo negativo in contrapposizione agli altri ambiti del Made in Italy, e soprattutto nel metalmeccanico. Quest’ultimo comparto presenta un saldo positivo (+1.100), ma lontano rispetto ai risultati del medesimo periodo dello scorso biennio (+4.200 nel 2023 e +7.000 nel 2022). In controtendenza l’industria della chimica e della plastica, che mostra un saldo positivo e assunzioni in aumento. Il saldo torna positivo, dopo la battuta d’arresto registrata ad agosto, anche nell’edilizia. Per l’agricoltura il saldo è di +20.500 unità, più favorevole di quello dello stesso periodo dell’anno precedente (+18.300).
Infine, nel 2024 gli ingressi in stato di disoccupazione sono stati complessivamente 99.000, il 3% in meno rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, nonostante un lieve aumento degli inoccupati (+5%) e dei disoccupati di cittadinanza straniera (+8%).
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