HAKAN FIDAN SU ISRAELE, IRAN E MEDIO ORIENTE
Il rischio che la guerra in Medio Oriente si allarghi al punto tale da coinvolgere anche l’Iran è molto alto secondo la Turchia. A lanciare l’allarme è il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan, secondo cui non solo il suo Paese, ma anche l’intera regione deve prepararsi a una potenziale guerra tra Israele e l’Iran, perché ritiene ci sia un’alta possibilità di uno scoppio di un conflitto tra questi due Paesi.
“Credo che valutarla come un’alta possibilità da parte degli Stati regionali sarebbe il passo più prudente, perché dobbiamo essere preparati a un simile scenario, sia come Paese che come regione“, ha dichiarato Fidan in un programma televisivo, precisando che chiaramente che l’allargamento della guerra non è ciò che auspicano. “La natura diffusa della guerra nella regione e l’innesco di aree di instabilità non sono ciò che desideriamo“.
La Turchia non sostiene “alcun conflitto con l’Iran che possa degenerare in guerra“, ha proseguito Fidan, aggiungendo, come riportato da Anadolu Agency, che Ankara è completamente contraria, pur ritenendo che Teheran abbia il diritto di difendersi se volesse farlo. “Non siamo in alcun modo sostenitori di un conflitto con l’Iran che potrebbe degenerare in guerra. Siamo assolutamente contrari; tuttavia, d’altra parte, se l’Iran esercita il suo diritto all’autodifesa legittima, questo è, ovviamente, un suo diritto“, ha affermato il ministro degli Esteri turco.
“GAZA ORMAI UN CIMITERO A CIELO APERTO”
A proposito di politica estera e di sicurezza, Fidan ha assicurato che la Turchia non ha messo gli occhi sulla terra altrui, anzi l’obiettivo è stringere rapporti che sviluppino la regione, promuovano la stabilità e la prosperità della stessa. Nel corso della sua intervista televisiva ha spiegato che la rivalità tra Cina e Usa è destinata ad acuirsi, facendo riferimento alla competizione economica tra le due nazioni, mentre tornando a parlare di Gaza, ha affermato che “purtroppo si è trasformata in un cimitero a cielo aperto dove migliaia di persone innocenti sono state uccise e sottoposte a genocidio“.
La convinzione della Turchia è che Israele voglia eliminare tutte le sue minacce, da Hamas ad Hezbollah, fino agli Youthi nello Yemen, per cui bisogna impedire l’apertura di nuovi fronti di guerra. Tra gli altri temi delicati affrontati c’è il pressing sulla Casa Bianca affinché interrompa la cooperazione con il gruppo terroristico del PKK, perché non è vantaggiosa per nessuno, esortando anche Regno Unito e altri Paesi a interrompere i rapporti col gruppo.
DALLA GRECIA ALLA NATO E AI BRICS
Nel frattempo, la Turchia sta portando avanti un processo di normalizzazione dei rapporti con la Grecia tramite colloqui esplorativi con l’obiettivo di ridurre le tensioni. Il ministro degli Esteri Hakan Fidan ha riconosciuto che Atene sta agendo con l’obiettivo di non aggravare le tensioni e di mantenere discussioni positive, sottolineando che c’è la prospettiva di una risoluzione accettabile e vantaggiosa per entrambi i Paesi.
Non manca poi un monito alla NATO su antiterrorismo e industria della difesa: “La Turchia sostiene il rafforzamento della NATO perché ne siamo membri e partner, ma non si può rafforzare la NATO indebolendo la Turchia: dobbiamo essere sinceri su questo“. D’altra parte, c’è un interessamento concreto all’adesione ai BRICS: “L’interesse per i BRICS è aumentato significativamente in un contesto in cui i partenariati economici e le esplorazioni sono in aumento. In particolare, i Paesi che non rientrano nella rete del welfare occidentale-centrico hanno iniziato a mostrare maggiore interesse per i BRICS“.