La modifica della Costituzione che prevede la possibilità di aderire all’Unione Europea è passata con il 50,46% dei voti, anche se all’inizio dello spoglio a prevalere sembravano poter essere i “no”. Un margine risicatissimo che di fatto sancisce la spaccatura del Paese in due. In Moldavia, d’altra parte, il dibattito sulla necessità di orientarsi all’Europa piuttosto che di guardare verso Mosca è in corso da tempo, e la campagna elettorale è stata segnata da pesanti accuse di ingerenza indirizzate ai russi.
In realtà, spiega Marco Bertolini, generale della Brigata Folgore e comandante di numerose operazioni speciali in Libano, Somalia, Kosovo e Afghanistan, questo è solo un tassello di una più ampia contesa fra USA e Russia che riguarda anche altri Paesi dell’area, come Georgia e Armenia. Uno scontro nel quale la UE, come al solito, fa da spettatore e che preoccupa i russi perché vedono la possibilità per l’Occidente di portare sotto l’influenza della NATO Paesi che hanno legami storici e territoriali con Mosca. In Moldavia poi resta da risolvere ancora la questione della Transnistria, di fatto indipendente anche se fa parte del territorio moldavo. Lì ci sono anche soldati russi, presenti da tempo ufficialmente per garantire la pace.
Alla fine i “sì” alla UE hanno prevalso, ma di pochissimi voti e in un clima di tensione che ha portato la stessa presidente Maia Sandu (in vantaggio considerevole invece nelle votazioni per la presidenza del Paese) a parlare di ingerenze da parte dei russi. Perché il voto in Moldavia era così importante?
Davano per sicura la vittoria del “no”, poi sono arrivati i voti postali e tutto è stato ribaltato. Che si parli di ingerenze dei russi ci sta, ma potrebbe essere anche il contrario: la Moldavia è un Paese importante pure per gli americani. La Russia ha interessi in Transnistria, i cui residenti non vogliono rinunciare alla loro identità e al legame con Mosca. Lì ci sono soldati russi, truppe di pace per garantire la sicurezza della popolazione e c’è un importante deposito di munizioni di epoca sovietica che in precedenza potrebbe aver fatto gola all’Ucraina. Far passare un altro ex Paese sovietico nella UE come mossa prodromica per procedere all’adesione alla NATO è visto da parte di Putin come una mossa pericolosa. Certo, la Moldavia non è un Paese importante come l’Ucraina, ma lasciarlo a Bruxelles significherebbe una perdita di influenza nell’area.
Perché anche gli americani tengono così tanto alla Moldavia?
È importante per gli USA perché è importante per la Russia, vorrebbe dire privare Mosca di un altro avamposto. Per i russi sarebbe anche un’umiliazione. Non per niente i primi commenti di parte europea quando sembrava che dovessero prevalere i “no” alla UE erano di choc: “Ma come, i moldavi non vogliono diventare come noi?”. Infine i “sì” hanno vinto con l’arrivo di voti dall’estero, che susciteranno, però, polemiche sul livello di controllo delle elezioni.
La posizione pro-UE moldava può indurre a qualche cambiamento anche nel resto della regione?
Ci sono una serie di iniziative in tutta l’area che tendono a intaccare l’influenza russa: la prossima situazione da tenere d’occhio sarà la Georgia, che si trova in una zona importantissima strategicamente, perché si affaccia sul Mar Nero. Lì è ancora aperto il caso dell’Abkhazia, occupata da russi. Anche in Georgia la battaglia tra chi vuole restare sotto l’influenza russa e chi vuole portare il Paese nella UE è al calor bianco. Poi va considerata la situazione dell’Armenia, che sta passando da una “sponsorizzazione” russa a una americana. La Russia, invece, si sta spostando verso l’Azerbaijan, difendendo i suoi interessi relativi al corridoio che da San Pietroburgo va sino al Golfo Persico.
Al di là dei contrasti geopolitici fra Russia e USA, questi Paesi sono comunque attraversati da posizioni diverse sulla sfera d’influenza cui appartenere. Come si possono conciliare?
La democrazia dovrebbe essere il meccanismo che consente di dare il potere alla maggioranza nella certezza che la minoranza verrà rispettata, altrimenti non è democrazia. Bisogna vedere se in Moldavia questo meccanismo verrà rispettato. È comunque al centro di forti tensioni.
Il vantaggio degli europeisti è talmente basso che di fatto l’analisi è quella di un Paese spaccato. Con quali conseguenze?
Rimarrà il dubbio se ci sono state ingerenze russe o meno. Certo, probabilmente Mosca avrà cercato di appoggiare i partiti favorevoli alla Russia, ma la stessa cosa avranno fatto gli americani. Ormai c’è una contesa fra americani e russi, con i Paesi dell’Europa centrale contesi da una parte all’altra. La Moldavia è spaccata in due, ma lo era anche prima del voto: la situazione della Transnistria è indicativa di questa spaccatura.
La divisione all’interno del Paese può essere ricucita senza che diventi una frattura insanabile, foriera di chissà quali problemi?
La Moldavia non è importante come l’Ucraina, ma il livello di tensione è alto. Le cose si potrebbero sistemare con un trattato che preveda una soluzione tipo quella altoatesina, ma è probabile che la situazione non si risolverà. Anzi, potrebbe portare allo scontro anche per questioni di orgoglio. Se la popolazione filorussa non si sentisse rappresentata dal primo ministro potrebbero esserci dei problemi; sarebbero grane che alla Russia non farebbero comodo: non credo che voglia prendere in considerazione un intervento militare.
In questo scontro fra russi e americani qual è il ruolo della UE?
La UE non si differenzia dagli USA. Non vedo posizioni diverse rispetto a quello che sta succedendo in centro Europa. Gli europei, d’altra parte, sono arrivati ad accettare il taglio delle forniture di gas attraverso il Nord Stream senza battere ciglio: fanno quello che viene detto loro di fare.
Ci sono comunque differenze culturali nella popolazione moldava di cui bisogna tenere conto?
Non ci sono grandi differenze fra gli abitanti della Transnistria e quelli della Moldavia; sono gli interessi politici di chi sta dietro a questi grandi giochi che fanno la differenza. Ora come ora alla Russia, tuttavia, non conviene essere impegnata anche in altre situazioni: stanno cercando di “tirarla dentro” anche in Medio Oriente e non vogliono entrarci.
Se la Sandu andasse avanti cercando di portare la Moldavia nella UE, cosa potrebbe succedere?
Credo che la UE la accetterebbe, così come accetterebbe la Georgia. In questo caso non temo un intervento russo, ma l’esplodere di disordini interni che potrebbero portare a una situazione di mancanza di controllo. Un contesto che potrebbe dare la stura a interventi esterni, da una parte all’altra. Una minoranza che non si vedesse rispettata nelle sue esigenze minime potrebbe passare alle vie di fatto. Se ne deve far carico il governo del Paese stesso.
(Paolo Rossetti)
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.