A Storie Italiane il terribile caso di Celeste Palmieri, la donna uccisa dal marito a San Severo, in provincia di Foggia, con lo stesso che si è poi suicidato. Il programma di Rai Uno ha avuto in collegamento la figlia Giusy che ha spiegato: “Perdonare significa non avere odio, non dimentichiamo tutte le atrocità che ha fatto a nostra madre, perdonare significa solo fare un dono a se stessi e non far emergere l’odio”.
“Mamma ha sempre subito violenze – ha proseguito una delle figlie di Celeste Palmieri – e mai nessuno ha fatto nulla nonostante le denunce, mia mamma mi diceva sempre di perdonare mio padre perchè ciò che faceva a lei non lo faceva a noi, vostro padre vi vuole bene, diceva, se lo aveva perdonato lei dovevamo farlo anche noi, lei ci ha abituato all’amore incondizionato, è così”.
OMICIDIO CELESTE PALMIERI, LA FIGLIA: “GESU’ LO GIUDICHERA’”
E ancora “Io non giustifico il gesto, papà verrà giudicato per quello che ha fatto, ci penserà Gesù, io non ho nessun diritto di portare odio e di stare male, Gesù diceva di perdonarli perchè non sanno quello che fanno. Quando ha fatto ciò che ha fatto aveva bisogno di un aiuto e l’arresto poteva essere un aiuto”.
Eleonora Daniele approva: “Quell’uomo doveva essere in carcere senza il braccialetto elettronico”. L’altra figlia di Celeste Palmieri, Adriana, aggiunge: “Chi ha firmato il consenso che mio padre poteva stare a 150 metri da mia madre (il killer aveva solo il braccialetto elettronico ndr), volevo sapere solo chi ha autorizzato tutto questo. Dopo la lista infinite di denunce, fra cui alcune molto gravi, come mai se si ruba un fazzoletto si fa la galera e con queste cose gravi…”.
OMICIDIO CELESTE PALMIERI: “A FEBBRAIO AVEVA GIÀ TENTATO DI UCCIDERLA…”
E ancora: “A febbraio era uscito di testa ed aveva già provato ad uccidere mia mamma, c’era mio fratello Matteo che le ha salvato la vita. Ci sono documenti e reperti, c’era il sangue a terra, mia mamma mi aveva chiamato dicendo che il papà l’aveva accoltellata, ho visto una scena inimmaginabile. Si era protetta con la mano e aveva la mano ferita. Mio fratello di 13 anni ha protetto mia madre… ma è tutto scritto nei verbali e mi domando come mai il braccialetto? E’ normale secondo voi?”.
Eleonora Daniele aggiunge: “C’è stata la sottovalutazione da parte di tutti, e noi vorremmo sapere le persone che firmano queste misure e che non considerano un soggetto così violento e pericoloso che ha già agito più volte per uccidere, vorrei sapere dove sta la responsabilità di queste persone”. Di nuovo Giusy la figlia di Celeste Palmieri: “Si sono lavati le mani dando la responsabilità a mia mamma, dicendole che se voleva vivere doveva andare in una casa protetta, una sorta di galera senza vita sociale senza poter vedere i suoi figli tranne mio fratello minorenne, e invece mio padre doveva stare tranquillo, queste sono le leggi adesso”.
BRACCIALETTO ELETTRONICO CHE NON FUNZIONA: LE STORIE DI SABRINA
E a proposito di flop del braccialetto elettronico, Storie Italiane ha mandato in onda la storia di Sabrina: “Quando ha scoperto che sarebbe dovuto diventare papà è diventato aggressivo, poi appena nato il bimbo è successo il peggio e l’ho quindi denunciato quando ho trovato il coraggio di lasciarlo, quando l’ho lasciato ha peggiorato, era sempre casa mia, sono rimasta chiusa dentro casa per il terrore per 6 mesi. Mi ha aggredita anche davanti ai carabinieri, insultandomi e malmenandomi”.
L’avvocato della donna aggiunge “Serve tempestività, il braccialetto non ha funzionato, la signora uscendo dalla farmacia si è trovato davanti il suo stalker senza che desse alcun segnale, e la signora non ha avuto conseguenza gravi per una casualità. Il braccialetto è stato sostituito solo 4 giorni dopo, facendo vivere la signora nel terrore, la misura cautelare applicata non è stata quindi tempestiva e nemmeno efficace, questo sistema non funziona, chiediamo un’attenzione maggiore”. A Storie Italiane infine anche il caso di Marta, una giovanissima donna: “Ho denunciato ad aprile del 2022 e dopo un mese e mezzo ho ricevuto il braccialetto. Lui ha fatto di tutto, ogni tipo di violenza, mi ha sequestrata in casa, anche con i genitori, sono stata perseguitata anche dopo la denuncia, mi sono ritrovato lo stalker 10 volte e il dispositivo non ha mai suonato”.