BEPPE GRILLO “INCENDIA” IL M5S NEL PIENO DELLE REGIONALI: “CON CONTE IL MOVIMENTO È MORTO, RIVENDICO L’ESTINZIONE”
Beppe Grillo lo dice questa volta a chiare lettere, senza “fronzoli” o concetti da “Elevato” ragionando per assurdo: il M5s è morto, la colpa è di Giuseppe Conte e ora è l’ex Premier che si deve fondare il suo partito in quanto il Garante (ancora non è chiaro se sia ex o meno) rivendica la scelta di estinguere il Movimento 5Stelle fondato a suo tempo con Gianroberto Casaleggio. Non solo, nel video diffuso sabato 26 ottobre in risposta al presunto licenziamento dettato dal leader Conte, l’ex comico stronca i candidati alle Elezioni Regionali in Liguria ed Emilia Romagna, considerandoli dei “catapultati” decisi dall’alto di una sinistra progressista che non dovrebbe far parte della storia grillina.
Dice tutto questo condensato in 4 minuti di video apparso sul Blog di Beppe Grillo, in risposta alla notizia di un licenziamento dal ruolo di Garante che Conte avrebbe confidato a Bruno Vespa nel suo ultimo libro. Non lo chiama mai col suo nome se non come “Mago di Oz”, gli dà la responsabilità dell’evaporazione politica del M5s e gli consiglia di costruirsi un suo partito personale: «il M5S non c’è più, è morto, evaporato». Dopo lo scontro accesissimo sull’Assemblea Costituente e sui “paletti” che per Grillo andrebbero mantenuti (nome, simbolo e vincolo dei due mandati), le ipotesi di denunce da entrambe le “fazioni” portano il Movimento 5Stelle sempre più ad un passo dalla scissione: secondo Beppe Grillo il “Mago di Oz” dovrebbe farsi il suo partito, anche perché «quando parla di democrazia diretta, mi viene un buco nello stomaco». Un nuovo partito, un nuovo manifesto («lo chiamerei “Oz e i 22 mandati”) che può portare Conte all’8% o anche al 15%, se utilizzasse una “profezia” di Fassino (alludendo alle storiche previsioni errate dell’ex sindaco dem di Torino, ndr): l’importante è che non possa più governare un movimento che ad oggi sarebbe «morto».
CAOS M5S IN LIGURIA ED EMILIA ROMAGNA: GRILLO ACCUSA CONTE DI AVER “CATAPULTATO” I CANDIDATI DALL’ALTO
Parole durissime, insomma, specie nelle ore in cui la Liguria con M5s, Pd e AVS assieme ad Andrea Orlando cerca la seconda vittoria alle Regionali 2024 dopo la Sardegna della (contiana) Todde: Beppe Grillo rivendica il suo ruolo di Garante nel ritenere fasulla l’Assemblea Costituente formata da Conte per dare, secondo l’ex comico, una “spallata” definitiva al M5s.
Ed è proprio sulle Elezioni in vista che Grillo lancia il suo attacco finale definendo i candidati in appoggio al movimento “progressista di sinistra” (il “campo largo” immaginato da Schlein e scelto da Conte, sebbene dopo aver preteso l’uscita di Renzi dalla coalizione) come dei «catapultati dall’alto», l’esatto contrario della democrazia dal basso di cui parla l’ex Premier lanciando l’Assemblea Costituente. Per Grillo questi sono i «soliti giochi della vecchia politica», definendola infine come una «bassa democrazia» e non una democrazia “dal basso”.
LA REPLICA DI CONTE E LA DIFESA DI TRAVAGLIO: “NON DECIDE PIÙ GRILLO, IDEA PADRONALE È FINITA”
Alle invettive sganciate da Beppe Grillo nel video-choc contro Conte e il nuovo Movimento 5Stelle, il leader e avvocato impegnato nella campagna elettorale verso le Regionali in Emilia Romagna ha risposto in maniera formale senza aizzare ulteriormente i toni, dato che ritiene di dover ormai risolvere tutto tramite gli avvocati e non più come una dialettica politica. «Rispetto le opinioni di tutti ma […] andiamo verso una assemblea costituente che metterà in votazione le proposte».
Al politichese leguleio tipico dell’avvocato Conte si aggiunge una risposta più di “pancia” in merito alle accuse di Grillo, considerate «fuori dal mondo» e dando l’esatto contrario dell’idea di “evaporazione” del Movimento, «ci stiamo rinnovando, riossigenando, e veramente siamo più attivi che mai». La vice capogruppo M5s alla Camera, Vittoria Baldino, ringrazia Grillo per quello che ha fatto e fondato a suo tempo, ma ne stronca la parabola finale dicendo che non ha il diritto di considerare i nuovi candidati come «minus habens».
Chi scarica ulteriormente Grillo è poi anche il direttore del “Fatto Quotidiano” Marco Travaglio, a livello mediatico colui che più di tutti ha sostenuto in questi anni il M5s fin dai primi meet-up e “vaffa Day”: intervistato da Luca Sommi sul “Nove” per “Accordi e Disaccordi”, il giornalista non crede che il Movimento sia estinto e morto come attacca Grillo, così come la leadership di Conte è in mano alla base del partito e non più alle norme create da Grillo e Casaleggio. «Facevano il bello e cattivo tempo prima, ora non è più così»: certo, conclude Travaglio, il M5s non è più quello delle origini ed è già andato al governo tre volte con esiti non esaltanti (prima con la Lega, poi col Pd, poi con Draghi anche se Conte e Travaglio danno colpa di questo proprio a Beppe Grillo, ndr). Se il M5s non è morto lo si deve a Giuseppe Conte, chiosa il direttore del “Fatto”, se il partito deve sparire non deve dunque deciderlo Grillo, «non lo può decidere uno dal suo salotto». Quell’idea di un partito “padronale”, in poche parole, non può più esistere secondo Travaglio.