E così finalmente la problematica delle cittadinanze italiane facili, che noi affrontiamo da anni, è approdata anche sulla stampa nazionale con grande risonanza e titoli in prima pagina (vedasi Il Sole 24 Ore di ieri). La faccenda però viene presentata più come un successo da “Made in Italy” che come una problematica gravissima e da anni conosciuta ma senza attuare soluzioni concrete e soprattutto serie, continuando nel Circo Barnum o se preferite nella Gardaland del passaporto italiano ormai ridotto, come valore etico, a meno di una tessera del Club di Topolino.
Si segnala la sostanziale crisi che attraversano le nostre istituzioni all’estero, prese d’assalto da orde di italiani che ormai non hanno più nemmeno, nella maggioranza dei casi, una goccia del nostro sangue nelle loro vene, ma reclamano a gran voce diritti propagandati nel nostro Paese da un libertalismo di stampo politico che ormai non sa più come fare per raccattare voti e, specie nella sua parte radical-Chic ZTL pensiero unico (chiamata sinistra anche se di ciò non ha più nulla) ma in compagnia di altri fronti politici, considerano sia l’immigrazione gestita dalla criminalità operata nel Mediterraneo e anche quella fasulla un pilastro per ottenere voti altrimenti inimmaginabili da cittadini italiani veri.
Basta propinare alla gente il fatto che queste masse potranno salvare le loro pensioni, altrimenti decurtate a causa di numeri della natalità che negli ultimi anni hanno raggiunto e superato in negativo quelli del 1861, per ottenere il visto buono senza spiegare le vere ragioni di tale tragedia. Difatti ormai tutti noi ci siamo accorti di come problematiche francamente inventate o non di fondamentale importanza sovrastano mediaticamente la causa vera di un fenomeno che ha avuto commenti pure pesanti da un Vaticano che vorrebbe prendere a bastonate l’intera nostra popolazione perché preferisce cani e gatti ai figli. Nascondendo il fatto che se nel nostro stivale si registrano cifre così basse di nuovi italiani è perché le condizioni economiche in cui versano le famiglie sono ormai tali da non potersi più permettere un figlio, anche perché già da sé non riescono a raggiungere, con i loro bassissimi stipendi, la fine del mese.
Mettiamoci anche che possediamo una sanità pubblica ormai distrutta e un’istruzione arrivata a livelli bassissimi (pure con stipendi da fame per gli insegnanti) e anche un cretino riuscirebbe a capire le cause di questo disastro sul futuro del Paese.
Quindi, invece di occuparsi seriamente di risolvere la questione di un bene comune che uno Stato dovrebbe garantire ai suoi abitanti attraverso condizioni di vita migliori, e quindi far riprendere il trend di nascite, ecco scattare la molla delle cittadinanze facili come soluzione ad hoc.
Mettiamolo in chiaro: noi non siamo contrari a una cittadinanza data dopo cinque anni di soggiorno in Italia (che implichi però la rinuncia di quella originaria) come fanno diversi Paesi europei , ma puntiamo i piedi su quelle regalate a cittadini di nazioni che hanno avuto una forte immigrazione italiana nei due secoli scorsi, basate su antenati che, come abbiamo più volte sottolineato, risalgono a spesso più di cinque generazioni. Difatti molte nazioni Ue e non basano questa eredità al massimo alla seconda, giustamente: ed è anche per quello che i tempi di ottenimento della tanto agognata nazionalità sono più brevi.
Inoltre, non si riesce a capire come mai invece di sprecare pianti grechi anche a favore di poveri immigrati “vittime” di un fenomeno pure criminale, non regoliamo una volta per tutte i requisiti per l’ammissione, gestendo il fenomeno non solo in base alle richieste effettive di mansioni lavorative ma anche con annessi certificati penali liberi da qualsiasi reato, in modo di evitare il più possibile le problematiche che stiamo vivendo specie nelle nostre città, invase da persone che non hanno subito nessun controllo e che anche quando liberi da ogni carico penale si ritrovano spesso senza alcuna possibilità di inserimento in una società che già di suo ha immensi problemi in questo settore: e quindi vittime del mondo criminale che li ha fatti arrivare.
Proprio come nei secoli scorsi hanno fatto sia Argentina che Brasile nell’accoglimento di immigrati provenienti da nazioni dove la loro vita era francamente impossibile: le stesse nazioni dove oggi invece si registrano assalti ai nostri Consolati. E dove una volta ottenuto il fatidico passaporto a nessuno o quasi viene l’idea di trasferirsi in Italia, bensì di utilizzare il documento acquisito per emigrare in altri Paesi o recarsi negli Usa con un visto ottenibile più rapidamente: quando non usufruire di organizzazioni che da decenni, sfruttando le debolezze di una legislazione che permette la massima libertà anagrafica per ottenere la cittadinanza, inviano i loro clienti nel nostro Paese e, attraverso stratagemmi non solo di documenti fasulli ma anche di residenze tali, riescono ad ottenere benefit vari come anche pensioni, redditi di cittadinanza e altri.
C’è poi da esaminare seriamente, alla fine di questa nota, un altro fattore importante che spesso è la vera e propria merce di scambio nella gestione di questa realtà: le elezioni italiane all’estero. Molte volte la propaganda di sedicenti movimenti di italiani, specie in Sudamerica, basano i loro voti proprio sulla promessa di facilitare l’ottenimento del passaporto, creando alla fine condizioni che producono migliaia di voti fasulli, brogli elettorali a non finire sempre denunciati ma mai risolti da decisioni effettivamente atte a risolvere il problema: e se pensiamo che i cosiddetti Senatori e Deputati eletti in queste circoscrizioni, attraverso repentini cambi di casacca, hanno finora influenzato due Governi e quasi un terzo (il famoso Conte-bis che poi non nacque) si capisce benissimo un’altra distonia che ci regalano i nostri cari “italiani”: quella di decidere con i loro voti spesso farlocchi la vita di quelli che in Italia ci vivono veramente.
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