Il Gruppo dei Sette (comunemente detto G7) fu istituito subito dopo la crisi energetica del 1973, concepito come un tavolo di cooperazione economica e finanziaria tra Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti d’America, con la partecipazione dell’Unione europea. Negli anni la prima vocazione fu affiancata da altre mission, più specificamente rivolte ad altri obiettivi, più complessi e settoriali. Così alla prima riunione dei capi di Stato e di Governo, svoltasi nel 1975 in Francia, se ne sono succedute moltissime altre, con riunioni ministeriali tematiche, per approfondire argomenti specifici.
A distanza di cinquant’anni dal primo tavolo, si arriva adesso alla prima riunione dei ministri del Turismo del G7 interamente dedicata al comparto turistico, che si terrà a Firenze dal 13 al 15 novembre (dallo scorso gennaio l’Italia ha assunto, per la settima volta, la presidenza del G7). L’incontro sarà presieduto dal ministro italiano Daniela Santanchè. I ministri e i capi delegazione si riuniranno per confrontarsi sul riconoscimento politico al comparto turistico, in considerazione della sua importanza economica, sociale e culturale. I lavori saranno tesi a elaborare una solida posizione condivisa per orientare il futuro dell’industria turistica e per rendere il settore sempre più sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale, in un contesto di rapida evoluzione delle tecnologie. L’agenda dei lavori, suddivisi in più sessioni, sarà arricchita dalla partecipazione di organizzazioni Internazionali, quali Ocse e UN Tourism, di Paesi invitati a una sessione allargata e di rappresentanti del settore privato.
Le priorità di lavoro individuate dalla presidenza italiana vertono su tre linee guida: turismo e opportunità di sviluppo socioeconomico; capitale umano-lavoro, inclusione e competenze; digitalizzazione e intelligenza artificiale. L’incontro approfondirà dunque questi temi, condividendo buone pratiche già adottate e riflettendo su nuove opportunità di crescita per l’intero ecosistema turistico. Il filo conduttore dell’approccio ai lavori è un turismo che ponga al centro la persona, con il fattore umano riconosciuto quale componente essenziale dell’esperienza e dell’industria turistica. Ciò richiede una riflessione sugli sviluppi delle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale nel settore del turismo e l’adozione di strumenti digitali.
“Per il G7 del Turismo stiamo lavorando con gli altri Paesi per preparare un documento comune. Voglio sottolineare che il turismo, oltre a essere un’opportunità di sviluppo socio-economico, è anche costruttore di pace” ha dichiarato il ministro del Turismo, Daniela Santanchè. Ma è scontato che il primo G7 Turismo dovrà anche affrontare un altro tema oggi diventato incandescente: l’iperturismo. “Nei giorni immediatamente precedenti si terrà un forum con le associazioni di categoria che rappresentano cittadini e inquilini – chiarisce il ministro -. Il tema della quantità non nasce oggi purtroppo, ce lo ritroviamo perché sono state fatte politiche in passato in cui non c’era una gestione dei flussi, ma anzi si subiva il turismo. Noi ci muoviamo verso la qualità: abbiamo aumentato quella dei servizi e delle strutture ricettive, abbiamo investito nella formazione, professionalizzazione e anche per riqualificazione delle strutture. E puntiamo alla destagionalizzazione, spingendo su eventi sportivi, sagre, feste locali, fiere, congressi, appuntamenti di ogni tipo, il tutto accompagnato da una visione. Serve tutto quello che cade in periodi non canonici, penso al grande impatto che hanno avuto la Ryder cup a Roma o le Atp Finals a Torino per esempio”.
Ma a proposito delle misure a contrasto dell’overtourism messe in campo da alcune località, Santanchè ha anche precisato che “non sono favorevole ai ticket, perché se uno vuole andare in una destinazione, non rinuncia alla visita. E poi credo sia una macchina molto costosa e con controlli pazzeschi da mantenere. Non è certamente quella la mia visione. Credo che non funzioni, non è quello il modo: il turismo è un diritto di tutti. Credo anche che la proprietà privata sia sacra e che sia necessario piuttosto far emergere il sommerso, non facendo concorrenza sleale agli albergatori. Servono regole uguali in tutto il territorio, non si aiuta il turista con le differenziazioni, altrimenti diventa una giungla. Siamo passati al Cin e chi non ce l’avrà non potrà salire a bordo delle piattaforme”.
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