Tra i volti più amati della Rai degli anni ’70 e ’80, nonché protagonista – suo malgrado – di uno dei più famosi errori giudiziari italiani, Enzo Tortora tornerà protagonista della diretta di questa sera dello speciale Inside del programma Le Iene che partirà proprio dal suo caso di (evidente) malagiustizia per ricollegarlo all’ancor più famoso massacro di quelli che furono chiamati ‘mostri di Ponticelli‘; ma senza mettere troppa carne al fuoco – che comunque trovate tutta affrontata in vari articoli che abbiamo pubblicato tra queste pagine – qui vogliamo soffermarci su chi è Enzo Tortora, dando maggior peso, più che all’errore giudiziario in sé, alla sua lunga ed apprezzatissima carriera.
Facendo ancora un passetto indietro è bene ricordare innanzitutto che Enzo Tortora nacque in quel di Genova nel 1928 – precisamente il 30 di novembre – da genitori entrambi napoletani appassionandosi fin da subito del mondo dello spettacolo; mentre poco più che 25enne conobbe e sposò la sua prima moglie, Pasqualina Reillo, con cui mise al mondo la primissima figlia, Monica: ne 1959 divorziarono e – cinque anni più tardi – sposò Miranda Fantacci che gli diede la seconda e la terza figlia (rispettivamente Silvia e Gaia); salvo poi divorziare nuovamente nel 1972 ed accompagnarsi negli ultimi anni di vita con l’ex senatrice Francesca Scopelliti.
Chi è Enzo Tortora: tutto sulla carriera e i grandi successi del conduttore Rai vittima della malagiustizia
In tutto questo marasma di relazione, matrimoni e figli, Enzo Tortora si è anche destreggiato nella sua lunga carriera, iniziata con la piccola (e semi sconosciuta) Compagnia goliardica Mario Baistrocchi che in brevissimo tempo l’ha condotto direttamente tra le braccia di Paolo Villaggio: con il ‘ragionier Fantozzi’ mise in scena diversi spettacoli in giro per l’Italia ed appena 23 anni – con una laurea in giurisprudenza acquisita nel frattempo – entrò per la prima volta in Rai dove è rimasto (salvo alcune brevi parentesi) fino alla fine della sua carriera.
Ad Enzo Tortora dobbiamo uno dei primissime esempi di game-show televisivo – l’apprezzato ‘Telematch‘ -, ma anche l’edizione del 1959 del Festival di Sanremo, senza tralasciare l’indimenticabile ‘Portobello‘ e alcune tra le più seguite edizioni della ‘Domenica sportiva‘; tutto questo almeno fino al 1983 quando la notizia del suo arresto rimbalzò immediatamente su tutti i giornali italiani che affiancarono alla faccia di Enzo Tortora la parola “camorrista” e nonostante – tre anni più tardi – riuscì a dimostrarsi innocente non fece neppure in tempo a godersi la ritrovata (e meritata) libertà dato che morì solamente due anni più tardi a causa di un tumore ai polmoni.