LE INTERCETTAZIONI SUL CASO DOSSIERAGGI PUNTANO (NUOVAMENTE) CONTRO SALVINI: ECCO COSA EMERGE DALL’INDAGATO BARLETTA
Un complesso “piano segreto” dagli Stati Uniti per costringere la futura Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a non scegliere nel Cdm Matteo Salvini al Viminale e altri “indesiderati” in ruoli chiave come Difesa ed Esteri. È il “Fatto Quotidiano” a pubblicare oggi in esclusiva alcune intercettazioni choc in merito alla enorme inchiesta di Milano sulla “banda hacker” che avrebbe spiato più di 800mila persone, rubando dati segreti per impostare migliaia di dossieraggi pronti all’uso. Con datazione appena dopo il 25 settembre 2022, giorno della vittoria del Centrodestra alle Elezioni Politiche, nella conversazione “captata” dai Carabinieri parlano l’ex consigliere di Leonardo Pierfrancesco Barletta – indagato dai pm di Milano e autosospeso dal ruolo di vicepresidente di SEA – Sergio Scalpelli, già responsabile delle relazioni di Fastweb (ma non indagato, ndr).
Davanti alla possibilità che il leader della Lega potesse tornare Ministro degli Interni nel nuovo Governo Meloni, secondo il dialogo tra i due intercettati vi sarebbe stato un complesso “piano segreto” di pressioni svolte dal Governo americano di Biden contro la leader FdI, proprio per indirizzare alcune scelte nella squadra dei Ministri: negli atti di inchiesta Barletta avrebbe detto, riportando il discorso degli americani sotto intelligence fatto alla Meloni, «se vuoi fare l’accordo con noi (Salvini, ndr) non lo metti» al Viminale, in quanto se no «noi ti facciamo uscire i dossier che questo prende i soldi da…». A quel punto è Scalpelli a proseguire dicendo che sarebbero dossier sul presunto rapporto di Salvini con la Russia ad essere buttati fuori in caso di direzione Viminale per il vicepremier leghista.
LE PRESSIONI DEGLI 007 USA CONTRO MELONI E SALVINI: LA SMENTITA SECCA DI PALAZZO CHIGI
Le intercettazioni dei carabinieri sono ancora più precise quando – sempre secondo gli atti citati oggi dal “Fatto” – viene sottolineato l’intento dell’ex Leonardo di ribadire quanto scoperto sul rapporto intercorso tra la futura Premier e i servizi segreti americani: da Washington avrebbero infatti insistito con Meloni dicendo «se lo metti al Viminale dopo pochi giorni il dossier sulla Russia». In un lunghissimo “strascico” di scandali che nasce dai dossieraggi di Striano e Laudati (con la Lega nuovamente come obiettivo delle spiate”) fino all’inchiesta di Bari sull’ex dipendente di Intesa Sanpaolo, finendo ora con la maxi inchiesta di Milano, il tema dei dossieraggi e delle informazioni spiate si fa dannatamente concreto ogni giorno che emergono nuovi dettagli.
Non solo Salvini, secondo Scalpelli l’intelligence Usa avrebbe anche chiesto informazioni sul nuovo Ministro della Difesa, facendo intendere di approvare la scelta di Guido Crosetto in quanto più “pragmatico” del suo predecessore Lorenzo Guerini. Immediata e netta la reazione del Governo, con Palazzo Chigi che prima smentisce seccamente «è una notizia totalmente falsa e infondata» e poi ribadisce come tra l’altro i presunti legami tra Russia e Lega non sono mai emersi in quanto verificato anche dalla magistratura che non esistono finanziamenti giunti da Mosca nelle casse del movimento di Salvini. Poi è anche il Ministro Crosetto a smentire, direttamente al “Fatto Quotidiano”, «non so chi siano Barletta e Scalpelli». Per il Governo Meloni quanto chiacchierato dai due intercettati non corrisponde a verità, né per eventuali legami Lega-Russia, né per il ricatto che gli 007 Usa avrebbero lanciato contro la Presidente del Consiglio: quello che resta è il timore – come detto da Meloni, Salvini e Tajani in questi giorni – di migliaia di dossier costruiti negli anni rubando dati e compiendo un atto potenzialmente eversivo contro le più grandi cariche dello Stato.