MADONNA DI TREVIGNANO, CONTESTATI GLI ESAMI SULLE LACRIME DI SANGUE
Per la sedicente veggente della Madonna di Trevignano gli esami effettuati sulle lacrime di sangue delle statuine sono illegittimi e inutilizzabili: così Gisella Cardia e il marito passano al contrattacco nell’inchiesta in cui sono accusati di truffa. A segnalare la svolta è il Corriere della Sera, secondo cui Maria Giuseppa Scarpulla, questo il nome all’anagrafe della “santona”, ha deciso di chiedere, attraverso i suoi legali, un incidente probatorio sulle prove, nella convinzione che non potessero essere usate e, di conseguenza, siano nulle.
La richiesta riguarda nello specifico la statua che raffigura la Madonna e da cui, a detta della veggente, sarebbero sgorgate lacrime di sangue, e al quadro con l’effigie di Cristo. Entrambi gli oggetti sono sotto sequestro: sono stati poi esaminati dal Ris per verificare la presenza di eventuali sostanze. Il procuratore di Civitavecchia, che indaga Gisella e Gianni Cardia, spiegò che gli approfondimenti erano indispensabili anche alla luce delle dichiarazioni rese in tv dalla coppia, “con affermazioni meritevoli di approfondimenti“.
I LEGALI DI GISELLA CARDIA PASSANO ALL’ATTACCO
Nelle carte del sequestro da parte del pm Alberto Liguori, come evidenziato dal Corriere, era riportato che quei due oggetti erano stati già esaminati dai Ris nel 2016. Ma dopo la notizia dei nuovi esami, i legali della veggente della Madonna di Trevignano hanno deciso di prendere posizione. L’avvocato Solange Marchignoli e il collega Giuseppe Marazzita, che assistono Gisella Cardia e il marito Gianni Cardia, hanno espresso l’intenzione di fare chiarezza sulle analisi del sangue che furono eseguite otto anni fa in maniera ritenuta illegittima, perché le modalità non erano consentite dalla legge, motivo per il quale le ritengono “processualmente inutilizzabili e per ciò nulle“.
Per i difensori della santona lo scopo di diffondere informazioni non corrette è quello di screditare la loro assistita e di spingere altri soggetti a scagliarsi contro di lei. Quindi, la difesa ha annunciato di aver depositato la richiesta di incidente probatorio per avere una risposta scientifica, e in quanto tale inequivocabile, sulla “liceità della lacrimazione delle statue e del quadro raffigurante il Cristo“. Ma finora non è stato effettuato alcun esame, quindi i legali stanno provando a chiarire tali aspetti prima della fase dibattimentale.