Il 31 ottobre scade il termine per presentare la dichiarazione dei redditi dei pensionati e di tutte le persone fisiche. Nel documento vanno inseriti obbligatoriamente – salvo eccezioni ammesse dalla Legge – i redditi da lavoro autonomo o impresa.
Prima di parlare dei corrispettivi obblighi ed eccezioni facciamo un punto della situazione. La presentazione della dichiarazione reddituale avviene telematicamente e tramite uno dei servizi messi online dal fisco italiano, Entratel o Fisconline. È possibile presentarla autonomamente oppure affidandosi ad un intermediario fiscale autorizzato.
Dichiarazione dei redditi pensionati: obblighi ed eccezioni
La dichiarazione dei redditi dei pensionati scade il 31 ottobre 2024. L’INPS precisa i chiarimenti da rispettare con una circolare specifica, in cui parla dei divieti assoluti – salvo per il comparto sicurezza e difesa – di accumulare i proventi tra l’assegno previdenziale e altri redditi da lavoro autonomo.
Tra le eccezioni che ammettono la cumulabilità con i redditi da lavoro autonomo rientrano gli assegni pensionistici per gli invalidi ed elargiti a partire dal 1° gennaio 2001. Attenzione, perché nella misura è ammessa soltanto la quota eccedente il trattamento minimo previdenziale.
Il divieto di cumulo è applicato anche per i lavoratori del settore sportivo dilettantistico e per coloro che risultano iscritti alla gestione separata Inpgi.
Laddove in dichiarazione dei redditi i pensionati affermano di avere dei ricavi da reddito d’impresa o lavoro autonomo gli stessi vanno dichiarati al netto delle ritenute erariali o dei contributi previdenziali. Lo stesso per il reddito da impresa in cui vanno indicate eventuali perdite deducibili e in riferimento all’anno fiscale scorso.
Nell’anno 2025 sarà effettuato il conguaglio dei ricavi sostenuti e dichiarati precedentemente, così da evidenziali eventuali importi a credito o debito.
Pensioni a rischio
Se i pensionati omettono in dichiarazione dei redditi eventuali ricavi da lavoro autonomo o da impresa, il rischio – come sottolineato dall’INPS in diverse occasioni – è quello di perdere completamente l’assegno previdenziale.
L’omissione comporta la perdita pari ad un anno di pensione previdenziale (come è già accaduto in passato).
La dichiarazione dev’essere completa di informazione chiara e trasparente: dalla data di inizio e di fine lavoro fino alla natura della prestazione.