I recenti casi Equalize (Pazzali, Gallo & Calamucci), Striano, Miano e Coviello, che possono essere qui sinteticamente riassunti col nome dei loro principali protagonisti, hanno dischiuso, di fatto, un enorme vaso di Pandora la cui magnitudine è tanto vasta quanto la crescente digitalizzazione della vita quotidiana contemporanea. Un fenomeno che, in radice, è vecchio quanto il mondo stesso. Lo spionaggio e il furto di informazioni, difatti, non sono fenomeni oltremodo nuovi; si possono retrodatare sino ai racconti biblici e a Giosuè, il quale prima di invadere la terra di Canaan, inviò due spie in territorio nemico per avviare una raccolta informativa su Gerico. Ciò che è cambiato, oggigiorno, è la scalabilità offerta dalle nuove tecnologie, vale a dire la facilità con cui si possono esfiltrare e manipolare enormi quantità di dati, da database istituzionali accessibili on-line; in un prossimo futuro, anche con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
I casi summenzionati, verificatisi in un lasso di tempo tutto sommato ristretto, rappresentano una buona occasione per dar adito ad alcune brevi riflessioni, qui di seguito enucleate.
In primo luogo, non si può non sottolineare il nesso inscindibile tra la sicurezza delle banche dati istituzionali, basate su informazioni riservate e finanche classificate, che dovrebbe essere garantita dai funzionari deputati a ciò, e la fisiologica vita democratica dei diversi gruppi politici e delle singole persone. Quando ciò non avviene si verifica un grave vulnus nell’ordinario sviluppo delle società, in termini di veloce erosione della fiducia pubblica.
La situazione attuale può essere ricondotta, in essenza, anche alla relazione tra massa e potere così come brillantemente rimarcato da Elias Canetti [1905-1994] in “Crowds and Power” del 1960. Lo studioso contrapponeva la visibilità dei dibattiti parlamentari alla segretezza spesso associata ad altre forme di governo elitarie, e di potere velato in diverse strutture sociali. Le implicazioni psicologiche di tale uso della segretezza, a fini politico-economici, portano facilmente a pensare che essa favorisca il sospetto diffuso, la paranoia e la rottura della fiducia istituzionale, sia all’interno dei gruppi politici che tra le singole persone.
Da questo punto di vista, non è un caso che a essere presa di mira, nei casi portati finora alla luce, è soprattutto la nuova classe dirigente della destra che si è appena affacciata, con il Governo Meloni, nelle segrete stanze del potere: in quelle “visceri” dello Stato-apparato laddove risiede il segreto più intimo e interno. Tale situazione emerge soprattutto dal caso Striano e Coviello ma anche da quello Equalize. Lo stesso presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è espresso più volte, con forza e determinazione, su tali casi che l’hanno coinvolta anche a livello personale e famigliare. Ma basterebbe qui citare anche il caso del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che è all’origine dello svelamento del caso Striano oppure quello del Presidente del Senato, Ignazio La Russa. In definitiva, dunque, il dossieraggio sistematico viene vieppiù utilizzato a fini di intelligence politico-economica per colpire le parti avverse.
Malauguratamente, una diretta conseguenza di tale vulnus è che la mancanza di trasparenza politica e sociale porta al populismo “banale” in cui siamo tuttora immersi, alimentato continuamente da teorie cospirative e da attività disinformative, le quali si basano, per definizione, sullo iato crescente tra popolo ed élites dirigenti. Sia le teorie cospirative che le attività disinformative, difatti, sono tese vieppiù a frammentare il corpo sociale e costituiscono l’obiettivo precipuo di agenti statuali stranieri e malevoli, i quali fanno ampio uso della profilazione e personalizzazione dei contenuti permessi dai social network, in primis Telegram.
In secondo luogo, questa situazione, di per sé già preoccupante, a livello di corpo sociale complessivo, trova un terreno fertile nella deficitaria diffusione di un’appropriata cultura dell’intelligence politico-economica tra i funzionari pubblici, financo dei doveri di fedeltà, disciplina e onore dovuti allo Stato-istituzione nell’adempimento delle funzioni e dei compiti attribuiti ai funzionari medesimi, anche grazie al fenomeno crescente delle sliding doors, ovvero del passaggio repentino tra incarichi pubblici e privati. Le ultime indagini, ad esempio, hanno rivelato che Equalize era in grado di accedere illegalmente ai sistemi informativi del ministero dell’Interno grazie alla corruzione di membri delle forze dell’ordine. Sempre le indagini attuali hanno portato alla luce le attività, verosimilmente illegali, di un altro gruppo, noto come “Squadra Fiore”, composto da ex membri delle forze di polizia che operavano a Roma. Questo scenario evidenzia non solo la debolezza dei controlli interni, ma anche l’inefficienza delle normative esistenti che dovrebbero proteggere i dati sensibili e classificati delle banche dati istituzionali.
In un’ottica essenzialmente olistica, infine, il “fattore umano” rappresenta tuttora una delle sfide più ardue da affrontare per le organizzazioni statuali e le imprese commerciali. Nonostante l’evoluzione di software sempre più sofisticati, la gestione della “minaccia interna” rimane un’arte complessa, i cui aspetti fondamentali sono ancora lontani dall’essere completamente sistematizzati.
Un ultimo aspetto, che vale la pena qui accennare, è che la carenza di formazione adeguata contribuisce significativamente alla vulnerabilità dei sistemi pubblici e privati, sia delle organizzazioni statuali che delle imprese commerciali, in primis le PMI. A questo riguardo, sarà fondamentale implementare programmi educativi sulla cybersecurity a tutti i livelli, dalle scuole alle università fino alle aziende. Il primo ottobre scorso, è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto legislativo n. 138 che recepisce la Direttiva (Ue) 2022/2555, meglio nota come Direttiva NIS2, la quale impone alle organizzazioni di adottare misure specifiche per migliorare la sicurezza informatica. Sarà da accertare, nel prossimo futuro, quante aziende pubbliche e private si adegueranno rapidamente a queste nuove normative.
Se questa è la situazione generale, con i casi summenzionati, sarà facile attendersi, in tempi molto brevi, degli interventi normativi correttivi da parte del Governo. Assolutamente ineludibili, accertata la deriva a cui si è giunti.
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