Usha Chilukuri, chi è è la moglie di JD Vance, il candidato a vice presidente Usa con Donald Trump. Nata a San Diego da una famiglia di immigrati indiani, ha dichiarato più volte pubblicamente di avere in comune con il marito soprattutto la determinazione di aver saputo superare le difficoltà del passato per affermarsi. Il percorso simile infatti dell’aver inseguito e realizzato il sogno americano nonostante il background sociale di povertà e la provenienza da zone rurali è ciò che accomuna i due. Usha lavora attualmente in un prestigioso studio legale di San Francisco, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza all’Università di Yale, nella quale ha conosciuto Vance.
La coppia si è poi sposata nel 2014 con un rito misto cattolico – induista e dal matrimonio sono nati tre figli: Ewan, Vivek e Mirabel, rispettivamente di 7, 4 e 2 anni. Recentemente intervistata da varie emittenti Tv in merito alla candidatura di Vance a vice di Trump, la donna ha detto di non sapere se sentirsi pronta o no ad assumere il ruolo di vice first lady, ma di supportare il coniuge in ogni scelta affermando: “Lo amo davvero e credo in lui, vedremo cosa ci porterà la vita“.
Chi è Usha Chilukuri, moglie dell’aspirante vice presidente Usa JD Vance: “Supporto mio marito, condividiamo gli stessi valori”
La moglie del candidato vice presidente repubblicano JD vance, Usha Chilukuri è nota per aver frequentato ambienti liberali durante il suo percorso di studi universitari. Alcuni giornali di gossip hanno infatti svelato anche che il suo nome risultava tra gli iscritti elettori democratici. Questo almeno fino al clamoroso cambio avvenuto anche da parte del marito che prima di supportare incondizionatamente Donald Trump nella corsa alle elezioni, si era dichiarato un “Never Trumper“, cioè appartenente al movimento oppositore dell’ex presidente.
Ora pur non esponendosi pubblicamente sulle posizioni politiche nei vari temi sostenuti da Vance, Usha Chilukuri ha sottolineato parlando del marito: “Condividiamo gli stessi valori“, e contemporaneamente dato le dimissioni dallo studio legale nel quale lavorava. Una mossa che secondo i media Usa, sarebbe stata spinta anche dalla necessità di prendere le distanze da un passato troppo “progressista”, vista la fama del team di legali con il quale collaborava, specializzati proprio in materia di diritti delle minoranze e nella lotta contro il razzismo nei confronti degli immigrati.