Dal 1° gennaio 2025 entrerà in vigore una nuova tassa sulle criptovalute in Italia, che prevede un’aliquota del 42% sulle plusvalenze derivanti dalla compravendita di Bitcoin e altre criptovalute. Questa misura rappresenta una “stangata” per gli investitori in crypto, che finora erano soggetti a un’aliquota del 26%, già una delle più alte in Europa. La nuova tassa è prevista nella manovra 2025, che potrebbe subire modifiche nell’iter parlamentare, e rientra nell’ottica del Governo che punta a incrementare il gettito fiscale proveniente da questo settore in crescita, in linea con quanto stabilito nel 2023 quando è stata introdotta per la prima volta una tassazione specifica per le criptovalute.
Il mercato delle criptovalute in Italia è ancora in una fase di crescita, ma è relativamente piccolo rispetto ad altri paesi. Secondo stime recenti, nel 2022 il volume complessivo delle criptovalute detenute da italiani era intorno ai 3,5 miliardi di euro, rappresentando circa lo 0,8% del totale dei patrimoni finanziari. Anche se questa percentuale può sembrare bassa, indica comunque un interesse crescente per le criptovalute come asset alternativo, con un aumento significativo rispetto agli anni precedenti. Inoltre, un rapporto della Consob ha evidenziato che circa il 2% degli italiani ha investito in criptovalute, un numero che riflette un certo livello di adozione, sebbene sia inferiore alla media europea e globale.
Per gli investitori l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie potrebbe avere un impatto significativo sulle strategie di investimento, penalizzando le criptovalute cui viene sottratta quasi la metà dei profitti. La nuova aliquota si applicherà a guadagni superiori ai 2.000 euro e potrebbe generare fino a 4 miliardi di euro di entrate nel 2025 secondo le stime governative, ma è destinata ad aumentare visto che nel recente rapporto della Consob la percentuale di investitori italiani con criptovalute in portafoglio è aumentata dall’8% al 18% negli ultimi due anni. Le criptovalute attirano l’attenzione soprattutto dei giovani investitori e di coloro che cercano opportunità di diversificazione rispetto ai canali d’investimento tradizionali.
La decisione del Governo di aumentare la tassa sulle plusvalenze delle criptovalute dal 26% al 42% si inserisce in un contesto di regolamentazione sempre più rigorosa del settore in Europa. L’Unione europea, infatti, sta preparando l’implementazione del regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets), che mira a standardizzare la gestione e la tassazione delle criptovalute all’interno degli Stati membri. Mentre la maggior parte dei Paesi europei applica aliquote fiscali intorno al 25-30%, l’Italia ha scelto una linea più severa anche se rischia di perdere attrattività come piazza per gli investimenti in criptovalute rispetto ad esempio alla Germania, che non tassa i profitti per il primo anno, e al Portogallo, noto per il suo regime fiscale vantaggioso, mentre si avvicina a Paesi come la Danimarca, dove l’aliquota è del 42%, e la Norvegia (38%).
Tuttavia, il Governo italiano giustifica la nuova aliquota come parte di una strategia più ampia per regolare un settore ancora poco trasparente e non sempre conforme alle normative fiscali.
In un’ottica internazionale, se verrà applicata questa stretta fiscale si andrà in direzione opposta al trend americano. Infatti, dopo la vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali statunitensi, gli analisti di mercato ritengono che la posizione favorevole del nuovo Presidente nei confronti delle criptovalute e le sue promesse di fare degli Stati Uniti la “capitale mondiale delle criptovalute” potrebbero sostenere politiche di deregolamentazione e agevolazioni fiscali. Per questo il mercato delle criptovalute ha reagito positivamente alla rielezione di Trump, con Bitcoin e altri asset digitali che hanno registrato un notevole incremento di valore. Bitcoin ha superato il record di 76.000 dollari subito dopo l’annuncio dei risultati, con un aumento del 14%.
La posizione di Trump in merito alle criptovalute rappresenta un cambiamento significativo rispetto alle Amministrazioni precedenti, dato che ha coinvolto attivamente la comunità crypto durante la campagna, accettando anche donazioni in Bitcoin. Gli analisti finanziari prevedono che Bitcoin potrebbe raggiungere o superare i 100.000 dollari, alimentato dall’entusiasmo e dal crescente interesse istituzionale in un contesto normativo favorevole.
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