Fondazione Progetto Arca si prepara a festeggiare – il prossimo 15 di novembre – i suoi primi 30 anni di attività dall’apertura del primissimo centro di accoglienza in quel di Milano, nello storico sito di via Ascanio Sforza: anticipando l’occasione, proprio nella giornata di oggi si è tenuto a Palazzo Ascanio nel capoluogo lombardo un convegno nel corso del quale la Fondazione ha fatto il punto sul trentennio che si sta per concludere; presentando anche la nuovissima ricerca ‘Poveri noi! La povertà tra rinunce, aspettative e desideri di cambiamento‘ e il Bilancio sociale del 2023 sulle attività svolte da Progetto Arca.
Proprio partendo da quest’ultimo punto, è interessante notare che dal 1994 ad oggi Progetto Arca ha aiutato più d 435mila persone in difficoltà, donando loro 23milioni e 775mila di pasti caldi ed accogliendone circa 108mila all’interno delle sue strutture di accoglienza: tra questi dati è ancora più interessante notare che più del 77% delle persone aiutate sono riuscite – chi raggiungendo l’autonomia, chi trovano posto nei servizi di cura e inclusione – a rimettersi in piedi dalle gravi difficoltà che le avevano costrette a chiedere aiuto alla Fondazione milanese.
Tra gli importantissimi numeri di Progetto Arca, vale la pena ricordare che ad oggi vanta ben 7 differenti foodtruck che operano quotidianamente tra Milano, Varese, Torino, Padova, Roma, Napoli e Bari, senza dimenticare i 9 Market solidali (anche questi tra Milano, Roma e Napoli, ma pure a Bari, Ragusa e Faenza); che servono da un lato pasti caldi direttamente in strada e – dall’altro – permettono ai cittadini in difficoltà di fare autonomamente la spesa e scambiare due parole con i 616 volontari della Fondazione.
Il sondaggio di Progetto Arca su sogni, ambizioni e paure delle persone in grave difficoltà
Entrando – ora – nel merito della ricerca che abbiamo citato in apertura, per i suoi 30 anni Progetto Arca si era fissato l’obiettivo di indagare se le persone in difficoltà abbiano ancora tempo di coltivare sogni, ambizioni e desideri: per farlo è stato ingaggiato l’istituto BVA Doxa che he intervistato con una serie di brevi questionari circa 800 persone tra i frequentatori dei Market solidali della fondazione; scoprendo innanzitutto che circa il 60% sono donne, nella metà dei casi di nazionalità italiana e nell’80% conviventi con partner, figli o familiari di vario tipo.
Un dato sicuramente interessante della ricerca è che il 63% dei rispondenti si è detto impossibilitato a concedersi anche un solo giorno di vacanza nell’arco dell’ultimo anno, mentre più di 4 su 10 sono stati – sempre nell’arco dell’ultimo anno – meno di tre volte al ristorante, così come quasi il 50% (esattamente il 46) ha dichiarato di aver più volte rinunciato ad una spesa necessaria ma ‘secondaria’ come il parrucchiere o l’acquisto di scarpe ed indumenti; ma tra le preoccupazioni principali è interessante notare lo stretto collegamento con l’educazione dei figli tra chi (il 51%) non riesce a pagare le ripetizioni, chi (49%) le attività sportive e chi (28%) neppure i libri di testo necessari.
Dal sondaggio di Progetto Arca emerge poi l’importanza dei Market solidali come luogo – oltre che per fare concretamene la spesa – per incontrare persone e avere un qualche tipo di supporto morale ed amotivo: il 60% del campione – infatti – racconta di aver riscontrato parecchie difficoltà nella socializzazione a causa dell’allentamento degli amici o dell’isolamento per la vergogna della povertà e il 42% ha ammesso che frequenta i market anche solo per l’accoglienza dei volontari.
Infine – e questo era il succo reale del sondaggio di cui vi stiamo parlando -, è interessante notare che mentre il 39% degli intervistati ammette di vedere il futuro con ansia e preoccupazione, il 33% si dice ancora speranzoso e – addirittura – il 14% non ha mai perso la fiducia nel futuro: 9 intervistai su 10 – inoltre – confidano nella possibilità di tornare in un futuro – vicino o lontano che sia – alla normalità, con il 68% che spera di riuscire a fare un piccolo regalo ai propri bambini il prossimo Natale.
Sinigallia (Progetto Arca): “La casa può essere il vero punto di ripartenza per chi è in difficoltà”
“Abbiamo realizzato questa ricerca – spiega il presidente di Progetto Arca Alberto Sinigallia – perché sia un punto di ripartenza” utile a “conoscere meglio le persone (..) e a capire come migliorare [i nostri servizi] in base alle loro esigenze” fornendo un aiuto sempre più mirato e preciso; ponendo poi l’accento “sull’housing sociale” che attualmente vanta un parco di “150 case in tutta Italia” – ed in larga parte nel milanese – dove le persone possono trovare riparo e raggiungere con le loro gambe “la vera integrazione” che dal conto di Sinigallia non può che passare “per la casa“.
“Progetto Arca – fa eco al presidente l’assessore milanese al Welfare Lamberto Bertolé – è stata e continua ad essere un partner prezioso” in ambito cittadino, contrastando la “grave marginalità” ed aiutando il Comune a fornire “risposte sempre più adeguate ai bisogni delle persone in condizioni di fragilità“; citando nel suo intervento “i market solidali che (..) aiutano le persone a imparare a fare la spesa“, ma anche “i centri di accoglienza” diventati delle vere e proprie “case” da cui ripartire nei “percorsi di inclusione” e in quelli di “riscatto” sociale.
Non mancava all’evento milanese neppure la vice di Progetto Arca Laura Nurzia che ha presentato la nuova edizione del libro ‘Valori dati‘ sui numeri della Fondazione con cui – spiega – “condividiamo l’impatto che gli interventi hanno avuto su di noi, sui beneficiari e sulla comunità” guardando innanzitutto agli “effetti del nostro fare quotidiano” per superare le “nostre imperfezioni“.