A Lamezia Terme il primario del pronto soccorso dell’ospedale locale è stato aggredito brutalmente dai parenti di un paziente, “colpevole” di voler dimettere lo stesso. Il dottor Procopio ha raccontato tutto a Storie Italiane in diretta tv: “Un episodio che non ci saremmo mai aspettati nei miei confronti e del personale sanitario, stiamo parlando di una semplice dimissione dopo un inter diagnostico che è andato a buon fine, ma i parenti non hanno accettato questa mia decisione nonostante avessi spiegato loro che non c’era più motivo che rimanesse da noi, anche perchè il nostro turnover è molto veloce, pazienti escono ed entrano in continuazione”.
“Loro hanno alzato la voce, ho cercato di calmare gli animi, ho chiamato le guardie giurate che erano nel pronto soccorso e in questo frangente mi hanno colpito con un manganello, fortunatamente sulla schiena e non sulla testa. Forse era prevenuto a fare questo gesto, sicuramente si è portato dietro da casa il manganello in quanto avevamo avvisato la famiglia che dovevamo dimettere la signora e dovevano venire a prenderla, forse volevano farmi cambiare idea in questo modo”.
PRIMARIO PRONTO SOCCORSO LAMEZIA TERME AGGREDITO: PARLA IL DIRETTORE SANITARIO
Il direttore sanitario dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, aggiunge: “Dal punto di vista nostro abbiamo fatto il massimo possibile con una guardia armata H24. In questo ospedale c’è una presenza molto attiva della polizia di stato e poi a 300 metri c’è il commissariato che al minimo allarme dirotta in ospedale ciò che serve, infatti l’altro ieri sono arrivate due auto della polizia che hanno calmato il soggetto e poi l’hanno arrestato e oggi ci sarà la convalida di questo arresto e mi auguro che i giudici siano severissimi perchè non ce la facciamo più a sopportare angherie di questo genere, ringrazio la procura per aver messo fine a queste angherie”.
Il dottor Procopio precisa: “Il problema è che non abbiamo più la serenità per lavorare, fino ad oggi abbiamo avuto solo disguidi verbali e niente più, c’è stata qualche violenza sulle panchine del pronto soccorso e il vetro del triage ma sul personale mai alcuna aggressione fisica”. Quindi ha aggiunto. “Appena sono stato colpito mi sono messo a gridare, chiedendo aiuto, andando verso il pronto soccorso dove c’era già una equipe di poliziotti che mi ha soccorso ed ha fermato questo signore col manganello che si trovava per terra mentre io uscivo fuori”.
PRIMARIO PRONTO SOCCORSO LAMEZIA TERME AGGREDITO: LE PAROLE DEL PROF DI GIANNANTONIO
Il professor Di Giannantonio, in studio a storie Italiane, aggiunge “Ogni notte nei pronto soccorso italiani vi sono centinaia di persone alcuni in condizioni molto gravi e c’è addirittura la pretesa di alcuni pazienti di poter aver un privilegio, una relazione particolare quando magari il proprio congiunto è un codice bianco e magari c’è un codice rosso che sta perdendo la vita. E’ un’attività molto impegnativa, sono calati gli specializzandi ai pronto soccorso, è un lavoro sempre più pesante e rischioso”.
Imma Battaglia, conclude: “Io avevo avuto un problema con mia mamma al pronto soccorso e i medici sono stati di un’attenzione incredibile in quanto avevano capito che mia mamma stava per morire. Le persone non hanno più rispetto per i medici, per me erano la mia fonte di salvezza”.