ACCORDO DI SHENGEN, STOP IN OLANDA E NORVEGIA
L’Olanda sospende il trattato di Schengen e reintroduce i controlli alle frontiere: il governo ha comunicato all’Ue la decisione che rientra nel piano per limitare il traffico di migranti e l’immigrazione irregolare. La ministra che si occupa di asilo e migrazione Marjolein Faber aveva annunciato che i controlli partiranno il 9 dicembre, ma ora c’è la conferma ufficiale. Da inizio dicembre, quindi, l’accordo di Schengen verrà sospeso e per sei mesi riprenderanno i controlli alle frontiere, nello specifico fino all’8 giugno 2025.
Una portavoce della Commissione europea ha fatto sapere durante il quotidiano briefing con la stampa che la notifica sulla reintroduzione dei controlli alle frontiere è stata trasmessa dalle autorità olandesi l’11 novembre, spiegando che verrà valutata. Nel frattempo, proseguirà l’interlocuzione col governo olandese.
Ma pure la Norvegia si sta muovendo in tal senso. In effetti, la libera circolazione era già stata limitata con la proroga della sospensione al trattato fino al primo dicembre. Ma ora ne è prevista una ulteriore.
LINEA DURA CONTRO L’IMMIGRAZIONE
Emilie Mahn, ministra della giustizia norvegese, ha annunciato che lo stop al trattato di Schengen verrà prorogato e lo aveva giustificato come uno strumento per assicurare sicurezza ai cittadini contro il rischio di terrorismo. La prima sospensione era scattata a ottobre e la decisione aveva fatto discutere anche perché la Norvegia era uno dei Paesi extra europei che avevano sottoscritto l’accordo.
I Paesi Bassi potrebbero spingersi oltre, visto che vuole introdurre misure inedite per fermare l’immigrazione. Ad esempio, il governo sta valutando di limitare i familiari che possono ricongiungersi con una persona che ha ottenuto asilo nei Paesi Bassi, ridurre la durata dei visti temporanei e dichiarare sicure alcune zone della Siria per respingere le domande di asilo che arrivano da quelle regioni. Bisogna tener presente che i siriani sono il gruppo di migranti più numeroso nei Paesi Bassi.
L’obiettivo della ministra Marjolein Faber, che fa parte dello stesso partito fondato da Geert Wilders, è fare in modo che i Paesi Bassi siano “meno attraenti“.